Ero ancora piccolo quando cominciai a guardare le prime puntate di Perry Mason.

Parlo di quelle ancora in bianco e nero che erano già datate allora.

E che, nonostante tutto, mi tenevano ugualmente incollato allo schermo.

La mia passione per i gialli era cominciata dai libri di Agatha Christie e Arthur Conan Doyle (quello di Sherlock Holmes), che avevo cominciato a leggere precocemente.

E facilmente si infiammava, in TV, davanti alle puntate dell’avvocato più famoso del mondo.

Perry Mason aveva una capacità sorprendente di non fermarsi di fronte alle apparenze e di non  accontentarsi della prima impressione. Ma andava a fondo nelle cose, alla ricerca della verità.

E oggi mi viene da pensare: come si comporterebbe un personaggio del genere di fronte ai rimedi naturali? Si affiderebbe ai consigli della tradizione popolare e ad articoli superficiali come fanno molti di noi, oppure sceglierebbe un approccio diverso? E quale?

Di certo applicherebbe quell’intelligenza fatta di riflessioni logiche e deduttive, che erano allora un’attrattiva irresistibile ai miei occhi di bambino. Quella bellezza della logica e della deduzione mi avrebbe sempre emotivamente coinvolto fino in età adulta.

C’era poi uno schema ricorrente che mi affascinava: Perry si trovava quasi sempre a difendere clienti ingiustamente accusati di omicidio, magari con prove schiaccianti a loro carico.

Però, grazie anche all’aiuto del suo investigatore privato Paul Drake, andava alla ricerca di nuovi dettagli nascosti che incrinassero le tesi dell’accusa.  Puntualmente finiva per far scagionare i propri clienti riuscendo ad accusare i veri assassini.

Già, ma tutto questo cosa c’entra coi rimedi naturali?

La linea di congiunzione è data da una parola inglese: “evidence”.

Questa parola, senza che io lo sapessi, veniva spesso usata nella versione originale in inglese di Perry Mason, e me la sono poi ritrovata studiando i rimedi naturali.

Adesso mi spiego.

Da un po’ di tempo c’è un’espressione inglese entrata nella medicina che è l’ evidence based practise.

Avevo cominciato a sentirne parlare quando ancora lavoravo per una azienda farmaceutica. E la traduzione che mi avevano sempre dato era “la pratica basata sulle evidenze.”

Quando ho cominciato ad occuparmi di rimedi naturali ho incontrato anche la fitoterapia “evidence-based”. Basata cioè sulle evidenze, mi dicevano, o leggevo come traduzione su qualche libro.

Sinceramente quel “basata sulle evidenze” non mi diceva niente. Le evidenze sono cose chiare a tutti e che non hanno bisogno di dimostrazione.

Ma qui coi rimedi naturali che senso aveva? Questa cosa delle evidenze era per me disorientante. Veniva presentata come un non plus ultra, ma non capivo in che modo lo fosse, in che modo rendesse i rimedi naturali più affidabili.

In realtà, infatti, la spiegazione è un’altra. Ed è importante che tu la conosca, per poterti difendere da affermazioni e notizie ingannevoli sul “naturale”.

Quando sono ritornato all’Università per approfondire la fitoterapia, il professore Della Loggia, uno dei massimi esperti italiani sull’argomento, aveva fatto una semplice precisazione:

“Evidence” in inglese, è meglio tradurlo come “prova”. Le “evidence” sono le prove che l’avvocato Perry Mason portava al giudice per difendere il suo cliente. E per accusare, contemporaneamente, il vero responsabile di un efferato delitto.

La fitoterapia evidence-based, quindi, non è tanto la fitoterapia basata sull’evidenza, che non vuole dire niente. Ma è la fitoterapia basata sulle prove scientifiche.

Prove che possono confermare gli usi salutistici che una certa tradizione sulle piante ci ha consegnato. Ma che a volte smentiscono e sbugiardano questa tradizione.

Quando leggi un articolo su una pianta officinale e ti viene detto che la tradizione popolare ha tramandato un certo uso per la salute, non è detto che allora ti devi fidare e che è assolutamente così.

Questi usi tradizionali sui rimedi naturali devono passare il vaglio delle prove scientifiche.

E questo perchè ogni pianta officinale e ogni rimedio naturale che da essa ne deriva, è un contenitore di sostanze biologiche. Sempre.

E sapere che tipo di sostanze sono, come agiscono a contatto dei nostri organi, e cosa fanno nel nostro sangue, ci consente di uscire dai rischi di una tradizione popolare non sempre corretta.

Lo sapevi, infatti, che alcune piante, considerate per lunga tradizione utili alla salute, una volta studiate scientificamente, si sono rivelate inutili o addirittura dannose?

Il Camedrio (Teucrium Chamaedrys L.) ad esempio, era considerato, secondo l’uso popolare, un depurativo, dimagrante e digestivo.

Dopo il vaglio scientifico?

Si è dimostrato epatotossico. E difatti adesso è proibito utilizzarlo.

La Farfara (Tussilago farfara L.) era usata tradizionalmente come sedativo della tosse. Da quando è stata esaminata dalla fitoterapia scientifica, cioè il Perry Mason che indaga sui rimedi naturali, sono emerse delle prove schiaccianti: la farfara contiene alcaloidi epatotossici.

A volte la scienza, invece che smentire tutto, non fa altro che aggiustare il tiro e trovare altri benefici rispetto a quelli tramandati dall’uso popolare.

Interessante a questo proposito è l’evoluzione dell’Iperico (Hypericum perforatum) che da cacciadiavoli e antinfiammatorio è prima diventato, sempre nella tradizione, una cura marginale delle patologie della pelle e delle ustioni. Ma quando è arrivata la fitoterapia “alla Perry Mason”, le prove scientifiche hanno dimostrato invece, una sua importante attività antidepressiva.

È importante che tu sappia queste cose perchè è nata, da un po’ di tempo, una moda molto pericolosa. È quella di tirar fuori continuamente piante dalle presunte qualità curative o comunque utili per la nostra salute, ma senza portare prove. Uno splendido orto botanico dagli incredibili benefici…non dimostrati.

E spesso, a favore di questa giungla sempre più fitta di nuove piante salutari, si chiama a testimoniare alla sbarra la tradizione popolare. Oppure si cita come testimone un uso millenario da parte della tal popolazione che, per ragioni sconosciute, ne saprebbe molto più di noi.

Immagina invece che lo stesso Perry Mason sia stato chiamato a difendere la buona fitoterapia, contro le superstizioni, gli inganni e le false magie delle erbe.

Perry si avvicina al giudice e gli consegna un faldone di prove scientifiche.

Poi indicandole e rivolgendosi alla giuria, comincia a smontare la tesi del supertestimone “popolare” che sostiene senza prove l’uso inverosimile di certe piante o attribuisce ad altre benefici infondati.

Grazie alle arringhe di Perry Mason riusciresti finalmente a liberarti di quella cappa fumosa di disinformazione. Quella che ti presenta una marea di piante che fanno benissimo, tutte indistintamente senza differenze e…senza prove.

Riusciresti ad abbattere le montature commerciali o popolari che continuano a proteggere prodotti inutili. Impareresti il modo scientificamente corretto per smetterla di ingoiare polveri e pilloline che servono solo a far sentire più leggero il tuo portafogli.

Riusciresti anche ad aiutare la tua salute con i rimedi naturali migliori, e a difendere a spada tratta le tue scelte con chiunque dovesse criticarle, grazie alla forza delle argomentazioni scientifiche che lottano al tuo fianco in ogni discussione.

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