runner-difese-immunitarieFaccio subito una premessa: questo articolo è solo per veri runner.

Perciò, prima di proseguire, mettiti alla prova con questo brevissimo test per vedere se lo sei anche tu:

  1. Sei una persona che non riesce a stare senza corsa e si innervosisce se è costretta ad uno stop di una settimana? (O addirittura anche solo di qualche giorno?)
  2. Sei uno che ad ogni dolore o segno di malessere durante la giornata, pensa subito se potrebbe impedirgli di correre?

Se hai risposto sì a tutte e due le domande sei un vero runner!

Scherzi a parte, sappiamo benissimo entrambi che sono ben altre le caratteristiche serie per definirsi un runner.

Però è  anche vero che qualunque cosa interferisce con i tuoi programmi di training è una vera e propria seccatura.

Ti sarà capitato, ad esempio, in preparazione di una mezza maratona, di andare a fare una “lunga” e magari di non sentirti proprio in forma.

Lo attribuisci agli ultimi stress sul lavoro e tieni comunque duro.

Stringi i denti mentre corri sul sentiero o sul ciglio della strada, ma non riesci a concludere la corsa perché ti scoppia la febbre che ti inchioda le gambe.

Non termini l’allenamento, o lo fai con sforzi immani.

Ma il giorno dopo e quelli successivi sei lì a combattere con la temperatura corporea.  E sei pure costretto ad un riposo forzato.

Quando finalmente dopo una settimana riesci a riprendere, sei uno straccio. Ti pare di ricominciare da zero e non sai più se riuscirai ad affrontare la “mezza” che avevi in programma.

Qualche volta le brutte sorprese spuntano fuori dopo una maratona. A causa dell’abbassamento delle difese immunitarie dovuto allo sforzo, basta una giornata ventosa per causarti un forte raffreddore o un mal di gola insopportabile.

E proprio quando stavi già pensando alla gara successiva.

Ti assalgono rabbia e nervosismo e il tuo stare inattivo senza corsa si ripercuote sul sistema nervoso. Arrivano così frustrazione e scatti d’ira che riversi su chi ti sta intorno.

Del resto anche se segui un’alimentazione corretta, le difese immunitarie si possono abbassare. Non solo per lo sforzo prolungato, ma anche perché magari si somma lo stress che accumuli sul lavoro.

Per di più, se hai figli piccoli, stai addirittura raccogliendo a palate i batteri e i virus che i tuoi bimbi ti portano in casa, soprattutto in certi periodi dell’anno.

È un vero peccato dover interrompere gli allenamenti.  O comunque anche solo il dover sospendere per diversi giorni il piacere della corsa.

Perché in fondo il running vuol dire molto. È piacere fisico per le endorfine  che si liberano, ma è anche introspezione, sfida continua con se stessi, con i propri limiti e le proprie paure.

Allora  potresti anche cercare una soluzione contro i malanni che affossano i tuoi programmi di runner.

Cominci a considerare qualche rimedio naturale.

Qualcuno lo conosci o ti è stato suggerito: minerali, aminoacidi, echinacea, fermenti lattici, vitamine, il miele stesso…Certo, qualcosa forse fanno, chi più, chi meno.

Ma quanto realmente ti aiutano? Hai a disposizione qualche sicurezza in più dell’opinione entusiasta di qualche altro runner o del consiglio ricevuto magari su un forum on line?

Quando il farmacista o l’erborista ti consiglia un prodotto, prova a chiedergli se è stato testato sui maratoneti! Quasi sempre ti guarderà sgranando gli occhi e si difenderà affermando che comunque è un prodotto che aiuta il sistema immunitario.

Spesso, dietro a quel “aiuta il sistema immunitario” però, ci sono poche certezze.

Se va bene, esiste qualche studio. Ma quanti sull’uomo? Quanti invece sono solo sperimentazioni in provetta?

Ma soprattutto, tornando alla domanda da fare al farmacista: quanti hanno studi specifici sull’abbassamento delle difese sotto sforzo fisico e magari proprio sui runner?

Uno dei prodotti che qualcuno consiglia, ad esempio, è a base di echinacea.

Questa pianta ha parecchi studi sul rinforzo delle difese immunitarie.

Molti di questi studi però hanno risultati contrastanti. E in più ci sono aspetti che spesso ti vengono nascosti:

  • gli effetti positivi sull’uomo non sono molto rilevanti;
  • i principi attivi della pianta che veramente funzionano non sono noti con certezza.
  • ci sono molti tipi di preparati perché si possono utilizzare varie parti della pianta: alcune un po’ efficaci, altre per nulla. Come distinguerle?
  • Può dare reazioni allergiche e interazioni con alcuni farmaci.

Ma soprattutto, di nuovo, dove sono gli studi sui runner? (Ormai è un mantra!)

Non ti piacerebbe avere a disposizione un rimedio, sempre naturale, che è stato positivamente testato su dei maratoneti?  Intendo proprio in studi scientifici controllati che hanno valutato il suo reale funzionamento?

Certo sarebbe bello arrivare alla gara che ti sei programmato, nel pieno delle tue forze, con l’energia fisica e mentale per affrontarla al meglio delle tue possibilità.

Vorrebbe dire che, anche se ti prendi un po’ di febbre, mal di gola o un forte raffreddore, potresti ridurre i giorni di malessere e tornare più rapidamente in pista.

Ecco perché potrebbe veramente risultarti utile un particolare rimedio naturale testato proprio sui runner.

Sto parlando di un betaglucano speciale.

È un carboidrato naturale estratto dal lievito di birra con un particolare processo brevettato che ne potenzia l’azione.

Questo betaglucano potenziato è stato testato sia su 182 runner della maratona LiveStrong di Austin, in Texas(1), sia su 75 runner della maratona di Carlsbad, in California(2).

In entrambi gli studi il beta glucano  è stato dato comodamente in una sola somministrazione giornaliera, per 4 settimane, subito dopo la maratona.

Quindi non è stato preso mesi prima come spesso ti fanno fare come prevenzione con l’echinacea ad esempio.

Nel primo studio(1) il rimedio naturale (al dosaggio di 250mg) ha ridotto sia il numero di giorni con problemi di salute sia i sintomi di raffreddore e influenza rispetto al placebo.

Risultati che confermano quelli del secondo studio(2) dove il betaglucano ottimizzato (al dosaggio di 250mg o 500mg) ha mostrato rispetto al placebo:

  • Meno soggetti con sintomi di infezioni alle vie aeree superiori. (Vd tabella)
  • Aumento dello stato di salute
  • Miglior senso di benessere

risultato-studio-beta-glucano-biopotenziato-runner

Che significa rispetto al placebo? Vale a dire che in entrambi gli studi, metà runner, senza saperlo, hanno preso un placebo (cioè una sostanza inattiva) invece che il betaglucano.

Questo per poter confrontare gli effetti del rimedio naturale rispetto agli effetti “psicologici” del placebo.

Il placebo in teoria non dovrebbe fare niente. Ma in realtà, il solo fatto di prendere qualcosa ci condiziona psicologicamente in positivo dandoci un minimo effetto benefico (effetto placebo).

Gli studi che adottano questo sistema di confronto col placebo sono più seri e più attendibili.

Questo speciale betaglucano è anche un prodotto pluripremiato.

I premi vinti sono dovuti innanzitutto alla solidità degli studi scientifici che ha di supporto.

Ma sono stati dati anche perché , rispetto ad altri rimedi di cui non si sa bene come funzionino, di questo si è indagato a fondo il meccanismo d’azione. Vale a dire come agisce nel nostro organismo.

Questo betaglucano potenziato riesce ad agire così bene perché non fa altro che legarsi a quei globuli bianchi chiamati neutrofili.  E una volta unito ad essi, li rende più attivi nel combattere i microbi che arrivano dall’esterno.

Se il tuo sistema immunitario non è in splendida forma, come quando è affaticato o sotto stress, è come se fosse “mezzo addormentato”. Con questo rimedio naturale non fai altro che rimetterlo in allerta, pronto ad intervenire.

Se almeno un po’ ti incuriosisce, sappi che questo betaglucano è alla base del rimedio naturale biopotenziato che trovi  cliccando qui => betaglucano biopotenziato

Buone corse!


(1) “Baker’s Yeast Beta Glucan Supplementation Increases Salivary IgA and Decreases Cold/Flu Symptomatic Days After Intense Exercise.” Journal of Dietary Supplements,1–13, 2013
(2) “Effect of Beta 1,3/1,6 Glucan on Upper Respiratory Tract Infection Symptoms and Mood State in Marathon Athletes.” Journal of Sports Science and Medicine (2009). 8:509-515.