La battaglia della curcuma contro il fattore NF-kB: ecco come la curcuma agisce contro l’infiammazione e come tu puoi godere di questo beneficio senza cadere nella trappola della curcuma alimentare.

La battaglia della curcuma contro il fattore NF-kB: ecco come la curcuma agisce contro l’infiammazione e come tu puoi godere di questo beneficio senza cadere nella trappola della curcuma alimentare.

“Sì, vabbè e dopo?”

Questa è stata la mia reazione un po’ scettica la prima volta che avevo letto l’elenco dei benefici della curcuma.

Vale a dire una sfilza di effetti salutari cha vanno dall’ambito gastrointestinale a quello delle articolazioni e dei muscoli; dal sistema immunitario, allo stress ossidativo…

Allora lavoravo per un’azienda farmaceutica e non conoscevo bene i rimedi naturali e la fitoterapia.

Perciò tutte le volte che leggevo troppi vantaggi, io, abituato com’ero a studiare le azioni più limitate e circoscritte dei farmaci di sintesi, storcevo il naso.

Non sapevo ancora che per le piante officinali le cose vanno spessissimo così: funzionano debolmente su una determinata via d’azione, ma in compenso agiscono su più vie, tanto che l’effetto finale risulta una sommatoria di tanti effetti. Per cui è normale trovare un elenco di benefici.

Per la curcuma la cosa rimane evidente anche se consideri solo la sua azione antinfiammatoria.

Infatti, studiando questo effetto ad opera del suo principio più attivo, la curcumina, sono arrivato a contare quasi 30 vie infiammatorie su cui agisce questa pianta prodigiosa. Cioè quasi 30 tipi di molecole infiammatorie contro cui lotta la curcumina nel nostro organismo.

C’è però un protagonista che entra quasi sempre in campo quando si seguono questi meccanismi infiammatori. È una molecola presente nel nostro organismo e che scatena la maggior parte delle altre molecole infiammatorie. E, guarda caso, è uno dei bersagli preferiti della curcumina:

Il cosiddetto fattore NF-kB

Il fattore NF-kB è una proteina molto particolare. Solitamente si trova nelle cellule legato ad un’ulteriore proteina (un inibitore) che lo tiene buono, inattivo, tranquillo.

Capita però che sotto particolari stimoli esterni, dati ad esempio da infezioni, traumi, cattiva alimentazione, esagerata attività fisica, obesità addominale, il fattore NF-kB riesce a liberarsi e si attiva.

Cosa combina?

Funziona da regolatore della trascrizione del DNA. Cioè è come una specie di interruttore.

Quando è “acceso” da quegli stimoli esterni, scatena tutta una serie di reazioni che cominciano da alcune sequenze di DNA e portano alla produzione di proteine infiammatorie e radicali liberi.

Insomma è il principale attivatore dei meccanismi infiammatori che possono interessare i muscoli, i tendini, le articolazioni, ma anche i vari organi interni.

La curcumina, impedendo l’attivazione del fattore NF-kB, interviene contro una miriade di processi infiammatori.

Ecco perchè può aiutare ad esempio contro i dolori muscolari e articolari o contro i meccanismi di formazione dei radicali liberi.

Ecco perchè può aiutare ad esempio contro l’infiammazione al fegato (steatoepatite) e contro l’infiammazione di base provocata dal grasso in eccesso o da una alimentazione poco salutare.

A quanto pare, questo fattore NF-kB viene “risvegliato” e “acceso” anche nelle cellule tumorali quando vengono attaccate dai farmaci antitumorali.

In questo caso il fattore NF-kB aiuta queste cellule maligne a produrre proteine che ne aumentano la sopravvivenza e la resistenza ai farmaci.

Ecco l’importanza della curcumina che, andando a bloccare questo fattore NF-kB, renderebbe i tessuti tumorali più sensibili ai farmaci.

Questi ultimi effetti della curcuma sono un punto di partenza per un importante filone di ricerca. Quello che studia la curcuma in abbinamento alle moderne terapie antitumorali per ridurre gli effetti collaterali dei farmaci anticancro e potenziarne l’azione sul tumore.

Il grosso problema della curcuma alimentare.

Gli effetti della curcumina sul fattore NF-kB sono però contrastati da un grosso problema.

Ancora una volta, infatti, gli studi mostrano un’ enorme difficoltà della curcuma nell’essere assimilata.

Anche in grandi quantità, nei limiti della tollerabilità, le concentrazioni nel sangue di curcumina rimangono estremamente basse se non si potenzia la curcuma. Se non si riesce a far assimilare abbastanza curcumina e a mantenerla integra nel sangue per un tempo sufficiente, non si riesce a farla agire contro il fattore NF-kB.

 

Ecco perchè moltissimi articoli che trovi in giro sulla curcuma sono fuorvianti e ingannevoli. Perchè ti snocciolano tutto l’elenco corposo delle proprietà benefiche della curcuma ma ti promettono che potrai goderne semplicemente portandola in tavola come condimento.

 

Mettine un pizzico di qua, usala sul pesce, mettila nel pollo e giù una serie di ricette culinarie. Molte sono anche interessanti e decisamente da provare, certamente.

Ma così stai sicuro che non ottieni tutti gli effetti benefici elencati nell’articolo che ti presenta la ricetta.

Il motivo è sempre quello: questa spezia ha il grandissimo limite di venir assorbita pochissimo. La sua principale sostanza attiva, la curcumina, non solo fatica ad essere assimilata, ma quel poco che entra in circolo, viene rapidamente trasformata in altre sostanze. E queste ultime sono meno o per nulla attive rispetto alla curcumina.

Nella curcuma alimentare poi trovi al massimo un 5% di curcumina.

Quindi non è vero che quella spolverata di curcuma ti permette di combattere l’azione del fattore NF-kB.

Lo so che spesso ti suggeriscono di aumentarne l’assorbimento con l’aggiunta del pepe.

Certo, aiuta la curcumina a venire assorbita un po’ di più, però aiuta anche tutte le sostanze presenti nell’intestino ad essere assorbite di più. Pure quelle tossiche e nocive.

Il pepe infatti aumenta la permeabilità intestinale e fa passare di tutto.

Bisogna sempre chiedersi come mai di certi effetti nel nostro organismo!

Inoltre gli studi scientifici mostrano che anche gli estratti secchi di curcuma concentrati in curcumina (fino al 95%) fanno fatica a dare risultati senza un potenziamento.

Se vuoi riuscire a far entrare in circolo abbastanza curcumina per farla agire contro il fattore NF-kB, hai bisogno di potenziarla seriamente. Vale a dire, ad esempio, con un rivestimento naturale che non solo aumenta il suo assorbimento, ma la fa durare, nel sangue, il tempo sufficiente perchè agisca. (Cosa che il pepe non fa)

Ed è proprio quello che si ottiene da una speciale miscela naturale di rivestimento, che è stata trovata e testata da alcuni scienziati dell’università della California (UCLA) dopo 10 anni di ricerca.

Hanno visto che non bastava mescolare la curcuma con dei grassi qualsiasi o col latte. E non bastava certamente usare la curcuma come condimento. Ma occorreva una speciale miscela naturale che coprisse le particelle di curcumina migliorando la sua biodisponibilità nel nostro organismo. Ne hanno trovata una con questi specifici effetti:

  • Assorbimento della curcumina aumentato di almeno 65 volte
  • Maggiore durata in circolo di curcumina libera, cioè non trasformata in sostanze inattive
  • Diventa sufficiente anche una sola somministrazione giornaliera (contro le due o più di altre curcumine)

Ecco perchè questa particolare curcuma potenziata è diventata l’ingrediente principale di un integratore naturale biopotenziato. Cioè col dosaggio corretto di curcuma potenziata e in speciali compresse pensate per concentrare e proteggere dalle alterazioni l’ingrediente principale.

In questo modo puoi sfruttare l’azione potenziata della curcumina contro il fattore NF-kB e contro tutti i meccanismi infiammatori che scatena.

Se vuoi vedere o acquistare questo prodotto a base di curcuma potenziata, ti basta andare qui => https://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva

Non puoi permetterti troppi giorni di malattia perché fai il giocoliere coi mille impegni, il lavoro e la tua famiglia? Ecco cosa può fare per te un betaglucano potenziato naturale.

Non puoi permetterti troppi giorni di malattia perché fai il giocoliere coi mille impegni, il lavoro e la tua famiglia? Ecco cosa può fare per te un betaglucano potenziato naturale.

“Driiing!”

“Scusi un attimo che rispondo al telefono”

Mi disse il medico con cui stavo parlando dall’altra parte della scrivania.

Ero nel suo ambulatorio per lavoro e la telefonata aveva interrotto una discussione su un nuovo studio scientifico appena uscito.

Mentre attendevo, lo vidi animarsi e alzare la voce al telefono: parlava di giorni di malattia, di ingiustizie, di come l’altro non dovesse tirare troppo la corda ecc…

Quando posò la cornetta mi guardò infuriato e si sfogò.

”È mai possibile? In due mesi è la quinta volta che questo qui mi chiede i giorni di malattia. E per cosa? Una volta ha un po’ di mal di gola, un’altra del semplice raffreddore. Un altro giorno vado a casa sua perchè aveva un febbrone da cavallo, diceva lui. 37 gradi aveva! Non so come fa a non essere licenziato!”

E poi giù a brontolare su come due o tre personaggi così gli rovinassero la giornata.

Quando invece aveva molti altri suoi pazienti che, pur di non saltare un giorno di lavoro, uscivano di casa con febbre e bronchite.

E il lavoro, spesso, non è l’unico motivo per cui non ci si può permettere di ammalarsi.

Con i ritmi frenetici di oggi dovremmo avere tutti un personal trainer che ci aiuta a tenerci in forma 7 giorni su 7. Perchè se sul lavoro il carico di stress è aumentato negli ultimi anni, in famiglia non è certo diminuito.

Magari anche tu devi coordinare una marea di incombenze incastrando i tuoi impegni con quelli dei figli: la scuola, le loro attività sportive, il tempo che vorrebbero stare con te. E più sono piccoli, più sono affamati di questo tempo col genitore.

Tra l’altro questi momenti insieme devono anche essere di qualità, non brandelli di giornate dove sei così stanco e irritabile da dare il peggio di te. Proprio coi figli.

Oppure nella tua giornata devi inserirci anche la passeggiata col cane o la visita al parente da accudire. E magari vorresti anche stare un po’ con gli amici, per riprenderti un po’; e in più, riuscire a fare un minimo di attività fisica per stare meglio e attenuare lo stress.

Le continue infezioni soprattutto del periodo invernale, però, potrebbero far saltare tanti progetti e tanti impegni incastrati tra loro.

Certo, un’alimentazione attenta al giusto apporto di vitamine, ad esempio, ti aiuta moltissimo. Così come continuare a fare un po’ di attività fisica, anche d’inverno.

Ma quante volte la frenesia o l’accumulo di impegni ti costringe a mangiare velocemente quello che puoi e a saltare la passeggiata o la corsa in programma?

Esiste un ingrediente naturale che potresti integrare per aiutare il tuo organismo ad affrontare le sferzate dei malanni di stagione e saltare meno impegni possibili?

A sentire la pubblicità o a leggere gli articoli sulle riviste, di soluzioni ce ne sono a bizzeffe: da soli, in combinazione, come ingredienti fantastici di ricette magiche…

Ma tu vuoi qualcosa di più di un semplice slogan pubblicitario e di una promessa di benessere, che non sai se viene mantenuta.

Perchè quando ti chiedi se funzionerà, vorresti una risposta seria! Magari con qualche prova.

Invece le risposte più comuni sono del tipo:

  • È un rimedio conosciutissimo da tempo…
  • La tradizione millenaria di quel popolo assicura che…
  • Vedrai che di sicuro starai meglio…
  • Il super integratore ti terrà lontano da tutti i malanni…

Insomma prove di efficacia, gran poche.

Ti potresti allora affidare all’amica che ha preso altre volte un certo prodotto ed è stata benissimo.

O  potresti ascoltare la farmacista che te lo consiglia chiedendoti di fidarti della sua professionalità.

Anche così, però, di prove che un certo rimedio possa funzionare non ne vedi molte.

E tu hai proprio bisogno di un prodotto che possa aiutarti realmente.

Perciò succede che, per sfinimento, non prendi niente incrociando le dita e sperando che i malanni ti risparmino. Oppure, per disperazione, finisci per testare qualche prodotto, sperando di trovare la giusta soluzione. Sempre con le dita incrociate.

E se tu potessi avere qualche informazione in più rispetto a vaghe promesse di benessere? Qualche prova in più che un rimedio possa essere valido?

Ad esempio potresti leggere di uno studio(1) condotto su soggetti sani dai 18 ai 65 anni che hanno preso un certo rimedio naturale durante la stagione fredda.

In questo lavoro scientifico sono stati valutati anche i giorni di lavoro (o di scuola) saltati a causa delle infezioni del periodo invernale.

Lo studio è stato condotto confrontando questi soggetti con persone che avevano preso il placebo, senza che nessuno di loro sapesse cosa stava realmente assumendo, tra il rimedio o il placebo.

Questo per evitare condizionamenti psicologici.

È una procedura tipica degli studi più seri e rigorosi.

Il rimedio oggetto dello studio è il carboidrato estratto dal lievito di birra, che prende il nome di 3,6 betaglucano. Lo stesso ingrediente che trovi nei funghi medicinali.

Ma in questo caso il betaglucano è potenziato grazie ad un  particolare brevetto di purificazione.

Infatti è vero che sono parecchi gli studi scientifici sull’azione immuno-modulante del 3,6 betaglucano.

Spesso però la sua attività viene limitata e attenuata dalle altre sostanze a cui è legato nel fungo o nel lievito.

Ecco perchè un’equipe di scienziati, dopo anni di ricerca e milioni di dollari spesi, sono riusciti a trovare un sistema per purificare ed estrarre questo betaglucano in modo che possa esprimere la sua azione al massimo. Diventando così un  betaglucano potenziato.

Ed è proprio questo ingrediente così potenziato che è stato oggetto dello studio.

Dopo i tre mesi  di test, questo rimedio naturale ha dato meno casi di febbre rispetto al placebo (0 contro 3,5) e meno giorni di lavoro saltati (0 contro 1,38)

Ma uno studio solo è come una rondine: non fa primavera.

Questo lavoro scientifico, però, non è così solo.

Infatti ricalca i risultati positivi ottenuti in altri studi dove il betaglucano potenziato:

  • aveva ridotto ad esempio del 22% il numero di persone con sintomi di infezioni alle vie respiratorie (2),

  • o del 58% l’intensità dei sintomi (3)

  • o del 18% il numero di giorni con sintomi (4) .

Sempre rispetto a chi aveva preso il placebo.

E questi sono solo alcuni degli studi positivi condotti su questo betaglucano potenziato.

Le rondini  perciò sono più di una, come lo sono le prove di quanto agisce questo ingrediente naturale, grazie anche al potenziamento della sua azione.

Ecco perchè ho deciso di renderlo l’ingrediente principale del rimedio naturale biopotenziato che puoi trovare qua => https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva

Biopotenziato perchè:

  • utilizza un betaglucano potenziato senza additivi artificiali o OGM
  • al dosaggio anche superiore a quello che ha mostrato di funzionare nella maggior parte degli studi scientifici
  • In compresse studiate per concentrare e proteggere dalle alterazioni questo betaglucano potenziato.

Se ci tieni a ridurre al minimo i giorni di malattia o i sintomi dei malanni di stagione, potrebbe darti un valido aiuto.

Se vuoi altre informazioni su questo rimedio naturale o lo vuoi acquistare, trovi tutto qui: https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva


(1) Feldman, S. e al.  Randomized Phase II Clinical Trials of Wellmune WGP® for Immune Support During Cold and Flu Season. The Journal of Applied Research 2009. 9:20-42.
(2) Talbott S. e al. Beta 1,3/1,6 Glucan Decreases Upper Respiratory Tract Infection Symptoms and Improves Psychological Well-being in Moderate to Highly-Stressed Subjects.Agro Food Industry Hi-Tech. 2010 21:21-24. 
(3) Talbott, S.e al. Baker’s Yeast Beta-Glucan Supplement Reduces Upper Respiratory Symptoms and Improves Mood State in Stressed Women. Journal of the American College of Nutrition, August 2012, vol 31, no. 4, 295- 300.
(4) Fuller e al. Influence of yeast-derived 1,3/1,6 glucopolysaccharide on circulating cytokines and chemokines with respect to upper respiratory tract infections. Nutrition 2012 28: 665–669.
Ecco come una curcuma potenziata può aumentare le performance mentali in sole 4 settimane riuscendo dove altre curcume hanno fallito.

Ecco come una curcuma potenziata può aumentare le performance mentali in sole 4 settimane riuscendo dove altre curcume hanno fallito.

limitless-curcuma“Una pillola al mattino e quello che potevo fare non aveva limiti. 

Imparai a suonare il piano in 3 giorni. La matematica diventò utile e divertente (nel vincere al gioco). Ascoltavo parlare una lingua e la parlavo subito anch’io…

Era fantastico!

…all’improvviso sapevo tutto su tutto!…Il cervello mi inondava di informazioni. Tutto quello che avevo letto, sentito, visto era ben organizzato e disponibile. 

Eccolo qua. Serviti pure.”

Sono le parole pronunciate da Eddie Morra nel film Limitless (senza limiti) dopo aver preso una pillola di un farmaco sperimentale.

In questo film avvincente, che ti consiglio di guardare, se non l’hai ancora fatto, Eddie è uno spiantato scrittore.

In preda ad un blocco creativo, non riesce nemmeno a cominciare il nuovo libro che ha in programma.

Per di più vive nel completo disordine in un appartamento incasinatissimo.

La fidanzata poi lo molla dopo che anni prima sua  moglie gli aveva dato, a sua volta, il benservito.

Insomma una situazione disastrosa.

Ma quella pillola che un giorno il suo ex cognato gli aveva fatto provare, lo aveva incredibilmente trasformato. Improvvisamente i circuiti cerebrali sembravano essersi moltiplicati ed Eddie riusciva ad usare tutto il cervello.

Le prestazioni erano brillantemente geniali e la capacità di apprendimento, di memoria e di gestione delle informazioni, stupefacente.

A te che segui rapito la trama del film, viene proprio voglia di poter avere una mente brillante come la sua e di ottenere il successo che ha sul lavoro, nei rapporti con le altre persone, nel trovare una soluzione rapida a tutto. Anche al guadagnare velocemente tanti soldi (e in modo onesto)

Ma cosa c’entra la curcuma con tutto questo? È forse lei l’ingrediente segreto di questa pillola di cui parlano nel film?

No, magari!

La curcuma, nonostante tutte le notevoli proprietà salutistiche che ha, non arriva a tanto. Ma è pur vero che c’entra anche lei con un certo miglioramento delle performance del cervello.

Infatti il film, per associazione mentale, mi è venuto subito in mente quando ho cominciato a studiare un lavoro scientifico su questo particolare effetto della curcuma.

Vale a dire sulla sua capacità di influenzare positivamente le funzioni cognitive e l’umore in persone sane.

Un sorprendente studio scientifico, ma solo con una speciale curcuma potenziata. 

Ricordo ancora quando ho preso in mano il lavoro scientifico la prima volta, mentre nella mente mi comparivano alcune immagini del film.

Mi rivedo mentre scorro le prime righe dello studio e intanto penso:

“Vuoi vedere che basta usare la curcuma come condimento o tutt’al più come generico integratore alimentare per avere degli effetti positivi sul cervello?”

In realtà, proseguendo nella lettura dello studio, mi accorgo che purtroppo non è affatto così.

Gli autori del lavoro scientifico mi ricordano subito che il vero protagonista positivo degli effetti benefici della curcuma è la curcumina.

E nel rizoma (fusto sotterraneo) della pianta così com’è, ce n’è al massimo un 6-7%. Troppo poca per avere effetti reali sull’uomo.

“Occorre utilizzare una curcuma concentrata in curcumina come integratore naturale” – penso allora.

Ma nemmeno questo basta, afferma lo studio.

Perchè la curcumina viene scarsamente assorbita dal nostro corpo.

“Perfetto. Allora devo semplicemente potenziare l’assorbimento della curcumina. Magari col pepe, coi grassi o con qualsiasi altro sistema che aumenti la sua assimilazione. Ce ne sono in giro di sistemi.”

Ancora una volta però lo studio mi smentisce.

Perchè la curcumina che viene fatta assorbire, subisce comunque una veloce trasformazione nell’intestino e nel fegato. Viene cioè modificata in altre sostanze, che sono meno attive o per nulla, e facilmente eliminate nelle urine.

Inoltre sembra proprio che questa curcumina, quando è così trasformata, non riesca ad arrivare al cervello per svolgere la sua azione benefica anche lì.

Perché quindi la curcumina abbia efficacia nel dare miglioramenti cognitivi, occorre prepararla in maniera tale da, non solo aumentare il suo assorbimento. Ma anche da proteggerla dalle veloci trasformazioni che subisce nel sangue.

Bisogna trovare un sistema per mantenerla inalterata nel nostro organismo il più a lungo possibile.

Prima del lavoro scientifico che stavo leggendo, vari altri studi promettevano bene sulla possibilità della curcumina di combattere il declino cognitivo legato all’avanzare dell’età. Ma sull’uomo ancora nessun risultato convincente.

Quello che avevo in mano, infatti, diceva di essere il primo lavoro scientifico che lo dimostrava di fatto sulle persone. Quindi non in provetta, o in cavie di laboratorio.

Ma come erano riusciti a fare assorbire meglio la curcumina  e contemporaneamente anche a mantenerla inalterata nel sangue? Come erano riusciti, cioè, a preparare una curcuma potenziata in questo modo?

Un gruppo di ricercatori, in collaborazione con neuroscienziati dell’università UCLA delle California, avevano trovato un sistema per rivestire particelle microscopiche di curcuma con una speciale miscela lipidica.

Questo “cappotto” naturale permette alla curcumina, non solo di venir assorbita almeno 65 volte di più della curcuma senza rivestimento. Ma anche di mantenersi inalterata nel sangue per un tempo sufficiente da arrivare nel cervello e migliorare le sue funzioni.

I benefici di questa curcuma potenziata, sulle capacità cognitive

Quindi cosa ha dimostrato concretamente questa curcuma potenziata in questo modo, secondo lo studio?(1)

Dopo 4 settimane le persone (67 anni età media) che l’avevano presa hanno avuto:

Miglioramento delle funzioni cognitive con un aumento dell’attenzione e della concentrazione

•Miglioramento della memoria di lavoro con una crescita della capacità di trattenere ed elaborare informazioni nella mente.

•Miglioramento della stanchezza generale con riduzione del senso di fatica.

•Miglioramento del sentimento di calma con aumento della resistenza verso lo stress esterno.

Sembra che la curcumina  abbia questi effetti non solo per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Ma anche perchè aumenta i livelli di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, coinvolti in questi miglioramenti.

E il tutto con un’unica somministrazione giornaliera di appena 400mg di questa speciale curcuma.

Mentre di solito questa spezia, quando non è una curcuma potenziata in questo modo, la devi prendere almeno due volte al giorno, dalle indicazioni che trovi sui prodotti.

Ma c’è di più. Già dopo un’ora dalla prima somministrazione di questa curcumina, gli studiosi hanno rilevato un significativo aumento delle performance relative al mantenimento dell’attenzione e alla memoria di lavoro.

Lo studio è stato condotto in modo molto rigoroso e ben fatto da un punto di vista scientifico (Era randomizzato, in doppio ceco e confrontato col placebo).(1)

E ha avuto dei risultati così entusiasmanti che nel 2015 ha ricevuto anche un prestigioso riconoscimento al Nutraingredients Award, a Ginevra.

In questa manifestazione  che premia ogni anno le reali innovazioni nell’ambito dell’alimentazione salutistica, degli integratori e della nutrizione, questo lavoro scientifico ha vinto il primo premio come “Ricerca universitaria dell’anno”.

Ok, non è la pillola di Limitless.

Non ti fa dire come nel film: “Improvvisamente so tutto di tutto. Il mio cervello è un fiume in piena!”

Ma quella era solo finzione cinematografica.

Questa curcuma potenziata invece, con i suoi effetti benefici che ti ho descritto sul cervello, è invece reale e scientificamente testata.

E se vuoi dare anche a te la possibilità di aiutare la tua mente a mantenersi giovane; e se vuoi un corpo che sfrutta tutte le potenzialità della curcuma per contrastare l’infiammazione, lo stress ossidativo e l’invecchiamento cellulare, puoi prendere in considerazione questa curcumina potenziata.

Che è diventata l’ingrediente principale del rimedio naturale biopotenziato che trovi qua => http://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva

P.S. Se nello studio era usata a 400mg al giorno, nel rimedio naturale biopotenziato la trovi addirittura a 600mg! Quindi 1,5 volte la quantità che ha funzionato nello studio. E questo sia per poterti assicurare una maggiore azione, sia poter soddisfare anche chi pesa oltre 100kg e ha bisogno di una maggiore quantità come dosaggio minimo efficace.


(1)Katherine HM Cox e al. Investigation of the effects of solid lipid curcumin on cognition and mood in a healthy older population Journal of Psychopharmacology 2015 May; 29(5):642-51.
Vuoi sapere come un rimedio naturale biopotenziato può davvero rinforzare le tue difese immunitarie, senza doverti fidare ciecamente? Ecco la spiegazione senza supercazzole pseudoscientifiche scritte solo per impressionarti.

Vuoi sapere come un rimedio naturale biopotenziato può davvero rinforzare le tue difese immunitarie, senza doverti fidare ciecamente? Ecco la spiegazione senza supercazzole pseudoscientifiche scritte solo per impressionarti.

Cancer fight medical concept with an arm of a doctor wearing a blue boxing glove fighting a group of malignant human cells as a health care metaphor for researching a cure for dangerous tumors and therapy to remove illness.

La testa pulsava come percossa ripetutamente da un martello e le palpebre pesavano come macigni.

Col naso gocciolante affondato nel fazzoletto guardavo febbricitante ora il brodo sul fornello, ora la scatola quasi vuota di un integratore.

Quelle pastiglie avrebbero dovuto proteggermi dai malanni come una corazza, mi avevano detto.

Tutto era cominciato una sera di qualche giorno prima. Il tempo tardo autunnale era diventato improvvisamente freddo e umido.

Io lavoravo ancora come informatore scientifico e continuavo ad entrare e uscire da ambulatori pieni di persone che tossivano e starnutivano. Come sempre.

“Ormai ho fatto gli anticorpi” pensavo nella sala attesa dell’ultimo medico in programma quel giorno.

Intanto ascoltavo distrattamente due pazienti anziani che facevano a gara a chi di loro era stato “aperto” più spesso dal chirurgo.

Quella sera però i miei anticorpi dovevano essere in sciopero non autorizzato perchè cominciavo ad avvertire una pesantezza strana alla testa.

Nel frattempo i due anziani avevano cominciato un altro passatempo: quello del “Hai sentito chi è morto?” Ed entrambi elencavano con indifferenza una serie di nomi sconosciuta all’altro.

Con l’allegria di un funerale decisi di lasciare l’ambulatorio e di entrare nella farmacia accanto per farmi consigliare qualcosa.

Non potevo ammalarmi. Avevo troppe cose in programma. Lavoro intenso, i figli da accompagnare, la spesa da fare (sì sono uno dei pochi uomini che fanno la spesa per la famiglia. “Però fai solo quello” mi rimbeccherebbe mia moglie sorridendo, se volesse punzecchiarmi)

Per non parlare del fatto che rischiavano di saltare anche le mie corse settimanali per rimanere in forma.

Già, in forma. Proprio come in quel momento.

Il farmacista, forse in buona fede, forse approfittando del mio stato confusionale mi stava consigliando un integratore che, secondo lui, avrebbe dato un’ottima mano alle difese immunitarie.

Io, a quel tempo, ero ancora in aperto contrasto col mondo dei rimedi naturali e degli integratori.

Perciò chiesi subito sospettoso:

“Ma come funziona?”

“Guardi, rinforza le sue difese immunitarie, come una corazza! Ci sono ingredienti ben conosciuti. Mi sta andando via tantissimo.”

Non so quale di quelle inutili parole mi aveva ipnotizzato, ma disgraziatamente comprai. Quella maledetta vocina che mi disse: “proviamo” aveva vinto sull’altra vocina che diceva: “Corazza? Gran bella spiegazione del cavolo ti ha dato! Lascia stare!”

E così, dopo quattro giorni, ero lì, in cucina rintronato ad aspettare il brodino, con la “corazza” del mio sistema immunitario trapassata dai brividi e scossa dalla tosse.

E la contemplazione dell’inutile integratore aperto sulla tavola non migliorava il mio umore.

Il problema in effetti non era solo quel malessere fastidioso. Era che non avevo proprio il tempo di fermarmi per qualche giorno e starmene sotto le coperte al calduccio mentre il mondo continuava da andare avanti. I ritmi di oggi non consentono questa pausa dalla vita frenetica.

Dovevo tener botta.

Facile a dirlo. Ogni movimento era rallentato, ragionavo con la lucidità di un tossico dopo un rave party, e gocciolavo dal naso come un rubinetto rotto. Naturalmente dimenticai un paio di appuntamenti, sbagliai la spesa e dovetti chiedere l’aiuto di mia madre per andare a prendere mio figlio a scuola.

Probabilmente anche a te sarà capitato di riporre la tua fiducia in un integratore che avrebbe dovuto proteggerti dalle intemperie invernali, ma che ha miseramente fallito nel suo scopo. Questo succede perché c’è una gran confusione circa ciò che agisce o meno sulle difese immunitarie.

Per quel che mi riguarda, dopo quell’esperienza negativa con “l’integratore-corazza” ci sono voluti un po’ di anni per capire che non sono tutti così i rimedi naturali. Ma non è semplice orientarsi.

A rendere le cose difficili è anche l’argomento “difese immunitarie”: è uno dei più confusi e fumosi per il grande pubblico. E si presta perciò a subire le scorrette manipolazioni di chi ne approfitta citandolo a sproposito per sfornare rimedi e integratori inutili.

E non è solo un argomento poco conosciuto.

È un ambito pure difficile da capire. Io stesso ho dovuto studiare più volte vari aspetti del sistema immunitario districandomi a fatica nella sua complessità.

Le molecole e le cellule coinvolte hanno sigle e nomi più difficili da ricordare dei personaggi di un romanzo russo. E agiscono con meccanismi astrusi quanto una strategia di scacchi.

L’argomento è così complicato che quasi nessuno riesce a spiegarti come un rimedio naturale eventualmente funzionerebbe sulle difese immunitarie. E quei pochi che lo fanno si capiscono sono tra di loro.

Così in questo ambito proliferano prodotti inspiegabili. Rimedi di cui ti devi solo fidare. Integratori naturali che devi solamente provare, che dovrebbero fare qualcosa ma non si sa come.

Prendi ad esempio la famosissima propoli. Se il farmacista o l’erborista di turno è ben informato ti potrebbe sparare una supercazzola come questa:

“Da una revisione sistematica di studi scientifici, test in vitro e in vivo dimostrano l’attività immunomodulatoria della propoli sui macrofagi murini peritoneali, con aumento dell’attività di lisi delle cellule natural killer e incremento della produzione anticorpale. (J Ethnopharmacol. 2007)

Se non sei abituato alla terminologia scientifica, questa spiegazione potrebbe anche impressionarti e farti dire: sì sì, ok, ho capito. La prendo, la prendo.

In realtà era un modo complicato per dirti che gli studi erano solo in provetta o su animali (in vitro e in vivo) e che una qualche atttività sul sistema immunitario si è vista ma…sui globuli bianchi dei topi (macrofagi murini).

Infatti per la propoli ci sono ancora pochi studi e di scarsa qualità sull’uomo!

Ma pur di venderla la ammantano di mistero o nascondino la verità dietro una complicata terminologia scientifica!

Qualche anno dopo quella mia disavventura con quel prodotto inefficace sul mio sistema immunitario, ero già più preparato sui rimedi naturali.

Ma da un certo punto di vista le cose non miglioravano.

Perchè, grazie ai miei studi, sapevo ormai per certo che era normale anche in ambito scientifico trovare questo alone di incertezza attorno all’argomento rimedio naturale e difese immunitarie.

Spesso infatti, anche di alcune piante molto usate e commercializzate per questo scopo, veramente non si conoscono per certi i principi attivi. Ti puoi figurare se si sa bene come funzionano.

Un giorno però rimasi sorpreso quando venni a conoscenza di un ingrediente naturale che si presentava molto diversamente dagli altri.

Aveva nel suo curriculum una serie di studi che spazzavano via questo fumo di incertezza sul suo funzionamento.  Si presentava con una spiegazione chiara di come agisce e con dati scientifici a dimostrarlo. Che tra l’altro gli sono valsi anche un articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

Questo ingrediente è il betaglucano 1,3 -1,6. Cioè un carboidrato tipico dei funghi medicinali, ma questa volta estratto dal lievito di birra. E con procedure di purificazione particolari tanto da ottenerlo potenziato nella sua azione.

E quale sarebbe questa sua azione? Mettiti comodo e immagina di assistere ad un film di avventura dove la posta in gioco è la tua salute.

Dopo la sigla si comincia con una situazione di calma e pace. Il tuo corpo sta bene, in equilibrio, tutto sotto controllo.

Poi, come capita in questi film, arrivano i cattivi che minacciano questa serenità.

Sono i virus, i batteri, ma anche le muffe che avranno un ruolo importantissimo.

Si sono intrufolati di soppiatto nel tuo corpo, aiutandosi a vicenda.

I primi difensori buoni che accorrono per sventare la minaccia sono un particolare tipo di globuli bianchi chiamati neutrofili.

I neutrofili sono un esercito che opera come prima linea di difesa del nostro organismo contro gli intrusi patogeni.

Però le cose non sono così semplici. Sono addestrati ad uccidere l’invasore solo se rilevano nel nemico due segnali di allarme che li fanno diventare spietati eliminatori.

Il primo è la presenza di una proteina detta “proteina del complemento” che il nostro corpo attacca come un’etichetta tracciante a tutti gli organismi estranei.

Perciò virus, batteri, muffe nel nostro film sono stati tutti etichettati. Bene.

Ma come dicevo, non basta. Quando i neutrofili rilevano questo segnale non si muovono ancora. Ne devono trovare anche un secondo.

Qual è?

È un particolare tipo di betaglucano.

Le muffe ce l’hanno proprio nella loro struttura. Ottimo!

I globuli bianchi neutrofili l’hanno intercettato, e attaccano ed eliminano le muffe letteralmente avvolgendole e mangiandole.

(Questa è la parte splatter del film)

Ma c’è un problema: le muffe non sono gli unici nemici che hanno fatto incursione.

Ci sono anche i virus e i batteri che però non hanno questo secondo segnale, cioè il betaglucano, questo carboidrato che attira i globuli bianchi.

Sono più protetti.

E così questi nemici sono pronti a superare indenni la tua prima linea di difesa.

La battaglia sembra destinata inevitabilmente alla sconfitta.

Ma tu hai ingerito anche il betaglucano potenziato del lievito di birra. E questa sarà l’arma segreta.

Cosa succede infatti?

Questo ingrediente che hai mangiato non è altro che il secondo segnale di cui hanno bisogno i neutrofili per attaccare.

Le particelle di betaglucano vengono assorbite dal tuo intestino e rilasciate in circolo gradualmente per un certo numero di giorni. Finchè non arrivano a legarsi coi neutrofili.

Questa prima linea di difesa perciò si trova a “leggere” già il secondo segnale prima ancora di essere chiamata a combattere.

È pre-attivata, in stato di allerta. Per uccidere d’ora in poi ha bisogno solo di intercettare il primo segnale: la proteina del complemento

A questo punto, anche un virus o un batterio non sono più al sicuro e attirano il loro attacco!

Non c’è bisogno del secondo segnale. Tu lo hai già fornito in anticipo ai neutrofili che, così pre-attivati, attaccano tutti i patogeni come se fossero delle muffe. Anche i batteri e i virus.

Le sorti della battaglia che sembrava ormai persa cambiano e i patogeni vengono decimati.

In pratica, con l’arrivo di questo aiuto dall’esterno, trasformi i tuoi globuli bianchi da placidi guardiani del tuo sistema immunitario in un esercito agguerrito.  Migliaia di guerrieri armati fino ai denti e addestrati a sterminare anche il più piccolo invasore che voglia attentare alla tua salute, senza pensarci due volte.

La particolare purificazione che subisce questo betaglucano gli permette di legare molto bene i globuli bianchi. Che quindi ricevono un segnale così chiaro da renderli velocemente molto attivi contro i microbi.

Ecco spiegato perchè questo ingrediente naturale ha dalla sua anche un ricco corredo di studi di efficacia sull’uomo, in diverse situazioni di stress fisico e psicologico. Con una chiara azione di difesa contro le infezioni in varie casistiche considerate: atleti, maratoneti, soggetti stressati, studenti di medicina, pompieri…

Quanti altri rimedi possono vantare tutti questi test sulle persone?

Ora immagina di avere questo betaglucano potenziato e di far bene attenzione al giusto dosaggio, cioè alla quantità dimostratasi efficace negli studi. Decidi poi di prepararlo  in una compressa studiata per concentrarlo, difenderlo dalle alterazioni e permettergli di agire velocemente.

Hai ottenuto alla fine il rimedio naturale biopotenziato che trovi qui => https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva

Cioè un rimedio con in sé tutte le potenzialità di azione e di successo che il betaglucano ha dimostro a supporto delle difese immunitarie.

L’ho usato anche per me naturalmente. E non ho più rivissuto quella squallida scena di aspettare rintronato che il brodino si scaldi e faccia chissà quale miracolo.

A proposito. Anche con questo betaglucano niente miracoli. Non è che non mi ammalo più, o che non becco nemmeno un raffreddore.

Ma mi capita proprio quello che gli studi affermano:

  •  Riduzione dei giorni di malessere (un forte raffreddore che passa in due giorni è tutta un’altra cosa rispetto a quello che ti trascini dietro con ricadute continue da dicembre a febbraio)
  •  Attenuazione marcata dei sintomi (niente più naso rosso alla Patch Adams e lacrimazione continua dopo solo una settimana di raffreddore per via delle quantità industriali di fazzoletti consumati)
  • Miglioramento dello stato generale di salute (finalmente non devi più preoccuparti di non poter fare certe cose durante i mesi invernali, perché hai paura di ammalarti solo perché sei stato un po’ all’aria aperta)

Vale a dire che non saltano più tutti i programmi della mia vita frenetica.  Non ci sono più quegli strascichi insopportabili che anche un semplice raffreddore poteva provocarmi e che erano in grado di appesantire e rallentare continuamente ogni momento della mia giornata.

Non mi saltano più appuntamenti di lavoro, le partite dei miei figli da andare a vedere, la corsa settimanale. E nemmeno la spesa da fare (devo tener alto l’onore con mia moglie!)

Se vuoi attraversare l’inverno senza che il tuo fisico nemmeno si accorga che è finita l’estate, clicca qui: => https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva

Stress e calo del sistema immunitario: ecco come ridurre del 58% i sintomi di infezioni alle vie respiratorie quando ti piombano addosso i primi freddi e lo stress ti risucchia le difese immunitarie.

Stress e calo del sistema immunitario: ecco come ridurre del 58% i sintomi di infezioni alle vie respiratorie quando ti piombano addosso i primi freddi e lo stress ti risucchia le difese immunitarie.

La mia amica Martina sa bene cos’è lo stress.

Quelle volte che mi telefona devo mettere in conto almeno mezz’ora di conversazione.

Non capita spesso che mi chiami, è vero.

Quando succede però faccio velocemente mente locale sugli impegni che salteranno per i successivi 30 minuti.

E la seconda cosa a cui penso prima di risponderle è alla sua famiglia numerosa. Dove oltre al marito e a tre figli piccoli fanno la loro presenza vivace anche due gatti e due cani di grossa taglia.

Quando compare il suo nome sul mio cellulare che squilla, per associazione visualizzo la sua macchina di media grandezza. Lì dentro riesce a far stare i figli, gli animali e anche tutte le valigie, quando si prende qualche giornata al mare mentre il marito ancora lavora.

Martina comincia sempre la telefonata con un: “Come va?”

E io li conosco bene i suoi “come va”. Sono sì sinceri, ma nascondono anche un altro pensiero: “Sbrigati a rispondermi che devo dirti io come vanno le cose a me, e ho bisogno di un amico che mi ascolti per un po’”.

E solitamente lo faccio.

Ho da sempre avuto una predisposizione per stare ad ascoltare le persone e a partecipare emotivamente alle loro vicissitudini. A volte anche con troppo coinvolgimento.

Quando Martina mi parla per l’ennesima volta di quanto è stressata non faccio fatica a crederle.

Anche se è una di quelle donne dall’energia straordinaria.

Poco aiutata dal marito, è vero, ma anche fiera di essere una sorta di eroina tragica moderna.

Da una parte infatti porta avanti il suo lavoro incasinatissimo di libero professionista.

Dall’altra riesce ad organizzarsi con la scuola e lo sport dei figli, con le passeggiate in compagnia dei cani e con le visite dal veterinario. Senza contare poi i gatti da recuperare nel giardino dei vicini.

E per di più riesce a concedersi anche qualche uscita con le amiche.

Quando io, da uomo incapace di fare mille cose contemporaneamente provo a lamentarmi se mi si condensano un po’ troppi impegni in una giornata, penso a lei e mi passa la paura.

Solitamente Martina, con tutta l’energia che ha da vendere, riesce ad essere così su di giri che le malattie le rimbalzano contro. Affronta l’inverno col vigore di una guerriera vichinga e si organizza come un computer.

Ma anche lei è un essere umano.

Nonostante tutta la sua forza qualche volta cede. E capitano anche quei giorni in cui il peso di tutte le responsabilità che ha sulle spalle le si fa insopportabile. E l’umore le scende sotto i tacchi.

In questi casi anche il suo fisico perde la sua invulnerabilità e un raffreddore anche forte, o un mal di gola con mal di testa, improvvisamente la abbattono e risucchiano tutte le sue energie.

Cominciano a saltare i suoi programmi, gli impegni di lavoro si aggrovigliano e si sovrappongono a quelli della famiglia. Dimentica un appuntamento, litiga col marito, arriva tardi a prendere il figlio imbronciato a scuola.

E poi mi telefona esaurita con voce nasale e un mal di testa tambureggiante.

È normale, del resto.

Martina o non Martina, già da un po’ si conosce la stretta relazione tra stress ed indebolimento del sistema immunitario. La conseguenza è un aumento della sensibilità al raffreddore e alle infezioni del tratto respiratorio superiore.

Il tutto è ben documentato anche in studi scientifici.

Se sei forte ed energico come Martina, resisti un po’ di più, ma prima o poi lo stress può spezzare la tua resistenza e indebolire le tue difese immunitarie.

E siccome non è una situazione così rara, alcuni studiosi hanno deciso di monitorare alcune donne moderatamente stressate, durante il periodo invernale.

Volevano capire se un rimedio naturale che già aveva mostrato di aiutare le difese immunitarie, sarebbe riuscito a dare una mano anche nel caso di situazioni aggravate dallo stress.

Infatti lo stress:

  • riduce il numero delle cellule immunitarie;
  • abbassa la produzione di anticorpi;
  • peggiora la risposta delle nostre molecole infiammatorie (citochine)

Ecco allora che in uno studio scientifico (1) sono state arruolate 77 donne in stato di stress.

Per tutto il periodo invernale circa metà di esse ha preso quotidianamente 250mg di un betaglucano 3,6 potenziato. Cioè un complesso carboidrato tipico dei funghi medicinali, ricavato invece, questa volta, dal lievito di birra tramite un particolare processo di purificazione. È proprio questo speciale sistema di estrazione del betaglucano dal lievito di birra a potenziarlo. Infatti lo fa interagire in maniera molto attiva con il sistema immunitario.

L’altra metà delle donne prendeva invece un placebo. Cioè una pastiglia di farina di riso senza niente di attivo dentro. Per confrontare l’effetto col rimedio naturale.

Nessuno dei due gruppi sapeva cosa stava prendendo, proprio perchè non ci deve essere nessun condizionamento psicologico sui risultati.

Questa è una delle procedure più rigorose e affidabili per portare avanti uno studio scientifico.

Le donne sono state monitorate mese dopo mese e alla fine dei 90 giorni il risultato nel gruppo di quelle che prendevano il betaglucano è stato sorprendente:

  • Un 58% in meno di sintomi da infezioni alle alte vie respiratorie rispetto al gruppo col placebo (che è la pastiglia senza niente di efficace). Quindi meno difficoltà a portare avanti i mille impegni!
  • Un migliore stato di benessere generale. E quindi…
  • …un più elevato vigore fisico.

Perciò effetti ben documentati da un punto di vista scientifico.

Certamente l’aiutare le difese immunitarie dà anche una grossa mano all’umore e all’energia fisica e mentale. Entrambe ti servono per farti scudo sia contro i malanni di stagione sia contro gli immancabili stress che ti percuotono ogni giorno.

Quando qualcuno ti propone un rimedio naturale per aiutare il tuo sistema immunitario, hai mai provato a chiedere o a cercare se quel prodotto è stato testato anche in condizioni di stress?

Fallo. Perchè spesso non ti sanno dire nemmeno se è stato studiato sull’uomo in condizioni normali. O che risultati ha mai avuto.

Trovi un sacco di prodotti che vengono proposti per aiutarti ad affrontare i malanni di stagione, ma quali prove scientifiche ti portano?

Ti è mai capitato di provare un rimedio magari anche consigliato dalla tua amica farmacista o erborista?

Ti ha funzionato bene? Ottimo, non c’è altro da dire.

È capitato invece che non ha fatto un granché? Anzi, magari hai passato addirittura il peggior inverno degli ultimi anni in termini di acciacchi o malesseri, nonostante quel rimedio dovesse proteggerti come un ombrello?

“Sarà stata una stagione particolare” magari pensi.

Forse invece è stato anche per il rimedio poco efficace.

Che sia tua amica o meno, chiedi alla farmacista qualche prova della bontà del prodotto!

Stiamo parlando della tua salute. Magari lei è convinta di suggerirti il meglio, se è tua amica. Ma a volte potrebbe semplicemente ripeterti quello che l’azienda di quel prodotto le ha detto in fretta e furia di riferire ai clienti. Spesso senza studi scientifici da riportare e far vedere anche a te.

Quando invece dico che quel betaglucano potenziato ed estratto dal lievito di birra è risultato efficace in donne sotto stress, non faccio altro che descrivere i risultati di uno studio scientifico.

E puoi anche andartelo a leggere in originale (1).

Puoi anche citarlo e portarlo come prova se devi contrastare la perplessità di qualche amica so-tutto-io che non lo conosce o non ha mai sentito parlare di betaglucani. Lei ad esempio ti sa citare studi a sostegno dei prodotti che ritiene funzionino benissimo?

Pensa che è da tempo che si conosce l’azione benefica dei betaglucani,  questi carboidrati presenti anche nei funghi medicinali.

La particolarità di questo betaglucano studiato in donne stressate, è quella di aver subito un procedimento brevettato di estrazione e purificazione che ne ha potenziato l’azione.

Purificazione e potenziamento sono necessari altrimenti l’efficacia del 3,6 betaglucano diminuisce parecchio. Infatti questa particolare sostanza è si presente in lieviti e funghi ma è anche coperta e ben nascosta da strati di proteine e zuccheri.

Inoltre, quello visto prima, è solo uno degli studi eseguiti su questo rimedio naturale. Infatti l’attività del betaglucano 3,6 sulle cellule immunitarie è ormai risaputa e molto studiata. Si è tentato anche di riprodurlo in laboratorio ma la sua struttura chimica è talmente elaborata che i tentativi sono clamorosamente falliti.  Solo la natura riesce a farlo così bene, a noi sta il compito di purificarlo e potenziarlo.

E di godere alla fine delle sue proprietà salutistiche. Per questo l’ho inserito nel rimedio naturale biopotenziato che trovi qua => https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva

Per riuscire però a riprodurre i risultati dello studio, bisognava:

  • non solo utilizzare questo betaglucano come ingrediente. Ma anche…
  • …al dosaggio uguale o superiore rispetto a quelli testati negli studi e…
  • …in compresse in grado di concentrare e proteggere dall’alterazione il nostro betaglucano.

È quello che ho fatto nel rimedio naturale biopotenziato: https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva che può aiutare anche te a tenere lontani e a combattere con vigore ed energia i malanni invernali.

Anche quando sono pronti ad afferrarti all’improvviso, aiutati dallo stress che fa loro strada.


(1) “Baker’s Yeast Beta-Glucan Supplement Reduces Upper Respiratory Symptoms and Improves Mood State in Stressed Women.” Journal of the American College of Nutrition, August 2012, vol 31, no. 4, 295-300.
Ecco come alcuni studenti di medicina hanno scoperto un rimedio naturale contro il raffreddore e i malanni di stagione, senza studiarlo sui libri.

Ecco come alcuni studenti di medicina hanno scoperto un rimedio naturale contro il raffreddore e i malanni di stagione, senza studiarlo sui libri.

Large diverse multiethnic medical team standing cheering and punching the air with their fists as they celebrate a success or motivate themselves isolated on white

Non so proprio che faccia hanno fatto quei ragazzi quando hanno ricevuto la proposta.

Certamente poteva suonare strana a degli studenti del quarto anno di medicina come loro.

Ma andiamo con ordine.

Ci troviamo a Southampton,  città sulla costa meridionale dell’Inghilterra, famosa perchè tanti anni fa, dal suo porto, salpò il Titanic.

La vicenda che invece oggi ci interessa è avvenuta solo qualche anno fa.

La stagione fredda era già cominciata nella cittadina inglese, e la pioggia aveva intensificato la sua presenza.

I viali del Campus Universitario erano lucidi e contornati da alberi spogli. E mettevano ancor più in risalto gli edifici di uno dei maggiori istituti universitari di ricerca inglese, costantemente ai primi posti nelle classifiche britanniche.

Proprio in questa Università e nel pieno della stagione fredda, si è deciso di attuare un particolare esperimento.

A un centinaio di studenti della facoltà di medicina, infatti, è stata fatta la seguente proposta. Sarebbero stati loro stessi soggetti di uno studio scientifico.

E non per sperimentare un farmaco, ma per testare l’effetto benefico di una sostanza naturale. Cioè un betaglucano estratto dal lievito di birra e potenziato grazie ad innovative tecniche di purificazione.

Il betaglucano è un particolare carboidrato che trovi in alcune fibre alimentari e nei funghi. È da tempo conosciuto per i vantaggi che potrebbe portare al nostro sistema immunitario.

Vantaggi che spesso sono frenati dalla presenza di impurità o altre sostanze innocue che ne limitano l’azione benefica, quando non è adeguatamente purificato e potenziato.

Ma qual era il beneficio da valutare  su questi ragazzi?

Scoprire se il betaglucano così ottimizzato riusciva veramente ad aiutarli a contrastare il raffreddore e gli altri malanni di stagione.

D’altronde erano nel pieno del periodo influenzale.

Erano studenti solitamente sollecitati ad approfondire bene patologie molto complesse, farmaci  sofisticati e interventi chirurgici particolari.

Quella volta, invece, è stato chiesto loro di aiutare la scienza per qualcosa di molto più semplice, ma ancora senza soluzioni soddisfacenti: come si può contrastare efficacemente il raffreddore e i malanni tipici della stagione fredda? E senza ricorrere a farmaci?

È un po’ la domanda che potresti farti quando l’estate finisce e già i primi sbalzi di temperatura cominciano a provare la tua salute. Sai bene che si comincia con un forte raffreddore e si può finire ko sul divano.

Cioè, ne vogliamo parlare di quanto è infame il raffreddore? Devi girare con sei pacchi di fazzoletti in macchina o in borsa per tutto l’inverno. E se te li scordi ti tocca, con imbarazzo, tirar su col naso fino a farti scoppiare il cervello.

Poi sei costretto a parlare con una voce a trombetta, o a stare a tavola senza assaporare più nulla perché gusto e olfatto sono andati in tilt.

Senza contare che già dopo tre giorni non hai più un naso, sembri un lebbroso e gli altri fanno fatica ad avvicinarsi.

Se poi il raffreddore ti colpisce in un momento di forte stress, in cui le tue difese immunitarie sono abbassate, può sviluppare complicazioni come bronchite e polmonite.

Supponiamo che tu sia anche uno di quegli eroi o eroine tuttofare dei tempi moderni!

Devi cioè conciliare i ritmi frenetici del lavoro con quelli della famiglia e dei figli. E in più magari hai degli animali da accudire e un familiare anziano da seguire.

Fa in fretta il raffreddore a portarsi dietro anche gli altri malanni di stagione, che smorzano tutti i tuoi super poteri.

Per non parlare poi di quando diventa un fastidio ricorrente che ti rimane appiccicato addosso per tutto il periodo invernale.

Ed è dura poi far fronte ai mille impegni, quando ti senti come uno straccio, coi movimenti rallentati e la mente in confusione.

Magari costretto a imbottirti con qualche farmaco per provare a risolvere in fretta il problema. O per lo meno ad attenuarlo.

È per questo che già in autunno cominciano a bombardarti su tv e giornali con rimedi più o meno naturali.

Molto spesso questi prodotti vengono reclamizzati con proclami sensazionalistici e promesse ridicole e irrealizzabili.

“…Il frutto che raddoppia le difese!” 

“…Ti salva dall’influenza!” 

“Il rimedio che elimina tosse catarro e mal di gola in pochissimi minuti!”

“Il rimedio che cura bronchite, tosse e mal di gola meglio dei farmaci!”

“Il rimedio che cura raffreddore e influenza in poche ore e rinforza le ossa” (Addirittura! Questo vince su tutti!)

Oppure, quando vantano proprietà più equilibrate, hanno scarsi studi di supporto o controversi. Cioè alcuni a favore dell’efficacia, altri contro. Ma tanto, perchè dovrebbero dirtelo?

E poi c’è da dire che anche quei rimedi naturali che sembrano sicuri, sotto sotto possono nascondere delle insidie.

Prendi l’echinacea, una delle piante che spesso vengono consigliate. Ci sono alcune preparazioni che funzionano meglio, altre peggio. Gli effetti poi, quando ci sono, non sono così rilevanti. Da alcuni studi emerge inoltre una diminuzione di efficacia dopo 8 settimane. E infine può dare allergie e arrossamenti della pelle.

Ma quanti ti rivelano queste cose?

La propoli stessa, molto famosa, ha evidenze non ancora così chiare sulla sua azione benefica. Ed è una delle sostanze naturali più a rischio di allergie, con possibilità di dare anche irritazioni alla pelle e alle mucose.

Insomma non è proprio tutto oro quello che luccica da tempo in tv e negli articoli sul “naturale” che stanno riempiendo le riviste e il web.

Perciò spesso devi sperare che almeno in erboristeria o in farmacia ti consiglino bene su qualche buon rimedio naturale. Ma anche lì, quanti ti danno informazioni dettagliate su studi di supporto e sicurezza dei rimedi?

Cioè qualcosa di più di un semplice: “Prenda questo, è buono vedrà”

Tra le sostanze invece, che ultimamente stanno attirando l’attenzione della scienza, ci sono proprio i betaglucani dei funghi medicinali e dei lieviti.

Molti studi a riguardo.

Ma è anche vero che spesso queste sostanze benefiche chiamate betaglucani, sono intralciate nella loro azione da proteine o zuccheri a cui sono legate in quegli organismi viventi.

Ecco perchè un betaglucano opportunamente estratto e purificato, potrebbe avere un’azione potenziata a vantaggio della nostra salute.

Ed ecco perchè hanno deciso di verificare questa azione anche su dei giovani studenti di medicina.

A metà di essi è stato dato il placebo, invece della sostanza naturale. Per poter confrontare i risultati.

Quindi, in sintesi, ad ognuno di loro è stata data una compressa o di betaglucano o di placebo, senza però che venissero a conoscenza di quale fosse delle due.

Perchè sapere di aver preso o meno la sostanza benefica, può condizionare psicologicamente i ragazzi e anche i risultati finali.

Per ben 3 mesi è andato avanti l’esperimento.

Alla fine dei 90 giorni il gruppo di studenti che aveva preso il betaglucano, aveva riportato meno giorni con sintomi di infezioni alle alte vie respiratorie.(1)

Come vedi, nessun risultato miracoloso. Nessuna pozione magica che protegge tutti e in pochi minuti da ogni malanno, come spesso vengono presentati ingannevolmente, altri prodotti.

I veri risultati che ci si possono aspettare da rimedi naturali efficaci, sono quelli mostrati da uno studio così!

Non sono realistici quegli effetti magici che ti vengono falsamente promessi da certi prodotti!

Addirittura in grado di renderti totalmente immune e inattaccabile da microbi e germi (…in pochi minuti)

Invece l’azione concreta e misurabile che ha dimostrato questo betaglucano, è stata di ridurre sensibilmente i giorni in cui i soggetti testati hanno avuto il raffreddore o sono stati male.

Quindi meno momenti in cui sei costretto a piegarti soffiando dentro a uno dei mille fazzoletti che ti gonfiano le tasche o la borsa.

Meno giorni in cui giri col naso gocciolante e perennemente screpolato.

Meno giorni in cui lavori con gli occhi socchiusi e intontito per il peso che hai sulla fronte e per le notti in cui hai dormito malissimo.

Ma anche meno giorni in cui al raffreddore si sommano gli altri malanni e in cui tutto e tutti ti danno un fastidio terribile.

Se vuoi verificare su di te come ridurre sia il numero di fazzoletti consumati, sia i giorni in cui ti trascini rintronato fino a sera, puoi affidarti alla semplice integrazione quotidiana di un betaglucano così.

Che deve però essere opportunamente biopotenziato.

Cioè:

  • Purificato come nello studio visto, in modo tale da attivare facilmente i globuli bianchi che difendono l’ organismo;
  • Con un dosaggio uguale o superiore a quello usato negli studi sull’uomo (250mg)
  • Inserito in compresse studiate per concentrarne il principio attivo ed impedirne una rapida alterazione.

Perciò senza quelle sostanze o impurità che ne frenano l’azione e senza i sottodosaggi e le preparazioni scadenti che annullerebbero la sua utilità.

Un prodotto studiato e realizzato con queste caratteristiche, lo puoi trovare qui  ==> https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva

 


(1) R. Fuller “Influence of yeast-derived 1,3/1,6 glucopolysaccharide on circulating cytokines and chemokines with respect to upper respiratory tract infections” Nutrition 28:665-669