L’infiammazione di basso grado: il killer silenzioso che scatena molte malattie, anche gravi. Ecco come puoi combatterlo.

L’infiammazione di basso grado: il killer silenzioso che scatena molte malattie, anche gravi. Ecco come puoi combatterlo.

Sulla copertina del famoso settimanale TIME è comparso, qualche anno fa, un inquietante “personaggio”.

Il titolo che campeggiava era:

“IL KILLER MISTERIOSO” 

E sotto compariva una breve introduzione che svelava l’identità di questo criminale: l’infiammazione di basso grado.

Infatti la scritta tradotta dall’inglese proseguiva così:

“Il sorprendente collegamento tra infiammazione, attacchi cardiaci, cancro, Alzheimer e altre malattie” 

Chissà perché dopo di allora questo argomento così importante per la nostra salute è stato insabbiato, facendo capolino solo in ambienti specialistici. Ogni tanto viene riesumato da qualche medico in gamba, da qualche bravo nutrizionista o da studiosi dalle ampie vedute.

Eppure l’infiammazione di basso grado è stato definita un vero e proprio killer e non solo dal TIME, ma anche da varie riviste scientifiche.

Per questo motivo vorrei che per un attimo tu immaginassi di partecipare ad un’indagine poliziesca per scovare e neutralizzare questo nemico numero uno della nostra salute.

Supponi di essere nell’ufficio virtuale dell’FBI o dell’INTERPOL e di analizzare il profilo di questo ricercato così pericoloso da scatenare malattie anche mortali, in maniera subdola e silente.

Il suo nome abbiamo detto che è: infiammazione di basso grado.

Aggiungiamo pure l’aggettivo “cronica” all’infiammazione, perché così è.

“Ah beh – potresti commentare – non mi riguarda. Per adesso sto discretamente bene. L’ultima infiammazione che ho avuto è stata al braccio dopo quella partita a tennis…è stata alla schiena perché ho sollevato quel peso…è stata alla spalla perché ho dormito in una brutta posizione…Vabbè, comunque l’ho avuta per un po’ di giorni, poi basta. Niente di cronico.”

Aspetta a cantare vittoria e a sederti rilassato, pensando che il pericolo sia distante, come quando senti parlare di un assassino seriale ricercato nel lontano Minnesota.

Te lo dico perché, analizzando bene l’identikit di questo criminale, esso è molto più vicino di quello che pensi.

Si parla infatti di infiammazione di basso grado cronica.

Avendo un basso livello essa possiede, come caratteristica principale, quella di essere silenziosa, senza sintomi, priva di gonfiori, rossori o dolori.

Non è cioè quell’infiammazione che avverti perché qualche parte del tuo corpo è dolente e ti strappa delle smorfie per il male che avverti.

Quel tipo di infiammazione che ti provoca dolore, e che dura un tempo limitato, è utile al tuo organismo per combattere un’infezione o favorire la guarigione di un’articolazione, ad esempio.

Ma qui, il killer silenzioso di cui si parla, è un’infiammazione di così basso livello da non dare sintomi per lungo tempo.

Nel frattempo però dilaga in tutto l’organismo, fa proliferare radicali liberi in continuazione e scatena delle piccole alterazioni, delle minuscole modifiche al tuo metabolismo che piano piano minano la tua salute.

A lungo andare questa tacita minaccia può esplodere in malattie anche gravi.

E da cosa è provocata?

L’alimentazione poco sana, l’inquinamento, lo stress, la scarsità di sonno, il contatto continuo con allergeni sono delle tipiche condizioni in grado di scatenare questo nemico silenzioso.

Lo vedi che non è così lontano questo criminale?

Anzi, si trova a suo agio e prolifica nelle società industrializzate come la nostra.

Da tempo è stato dimostrato che questo killer così subdolo è alla base di molte malattie cardiovascolari, dell’ipertensione, dei tumori, della fibromilagia, di patologie reumatiche e di tante altre.

È anche il principale responsabile di un cattivo invecchiamento del corpo e della mente.

In realtà, ad un’indagine un po’ più attenta, questo pericoloso criminale qualche traccia la lascia.

Può infatti dare stanchezza cronica, mal di testa continui, difficoltà nel perdere peso, disturbi del sonno, dell’umore e della memoria.

La stessa obesità è caratterizzata da uno stato infiammatorio di base che aumenta l’accumulo di grasso. Esso, a sua volta, favorisce l’infiammazione.  Si crea così un circolo vizioso difficile da interrompere.

Riassumiamo quindi la situazione.

Siamo circondati da condizioni che favoriscono lo stress, insidiati da cibo pieno di zuccheri e di tossine che favoriscono l’infiammazione, assediati da agenti inquinanti che tocchiamo e respiriamo.

È proprio il caso di dire che il killer silenzioso è tra noi e sta agendo indisturbato senza che ci preoccupiamo più di tanto di lui.

Solo quando scatena patologie importanti ci risvegliamo dal nostro sonno ad occhi aperti e ci diamo da fare per guarire il danno già fatto. Così comincia il calvario delle visite specialistiche, del su e giù snervante tra ospedali e ambulatori, delle cure farmacologiche, spesso croniche come le malattie che cercano di curare.

Facciamo un passo indietro.

Puoi intervenire prima per cercare di scongiurare tutto questo? O per evitare di peggiorare le cose?

I medici più in gamba, quando hanno tempo tra una scartoffia e l’altra, ti dovrebbero parlare, a questo punto, di sana alimentazione, sport, movimento.

I più aperti e preparati ti dovrebbero citare anche la ginnastica mentale ed emotiva per combattere lo stress.

E farebbero molto bene, perché sono tutte azioni da intraprendere per prevenire o arginare l’infiammazione cronica di basso grado.

Ma ce l’hai la forza, il tempo, i soldi e le conoscenze per adottare una dieta il più possibile biologica e ricca di nutrienti benèfici? Per dedicarti al salutare sport quotidiano? Per intraprendere strategie di lotta contro lo stress, di allenamento della mente, di palestra per le emozioni?

Certo, qualcosa riesci a fare, ma intraprendere tutte queste strategie è molto difficile. E spesso non bastano nemmeno.

Esiste qualcos’altro che possa aiutarti in questa guerra contro l’infiammazione di basso grado cronica?

Sì, esiste.

Da anni gli studiosi ricercano quegli ingredienti naturali in grado di apportare benefici fisiologici al nostro organismo o fornire protezione contro malattie croniche.

Questi ingredienti vengono chiamati anche nutraceutici. (1)

E a proposito di strategie per combattere il nostro killer silenzioso, l’attenzione degli scienziati si è focalizzata molto sulla curcumina, il principio attivo della curcuma.

Di fronte ad un nemico come l’infiammazione cronica, di basso grado, che agisce su più fronti, coinvolgendo contemporaneamente più meccanismi d’azione, servirebbe un “eroe”.

Ma non uno qualsiasi, bensì uno che riesca a contrastare il killer in tutti quei canali attraverso cui esso agisce.

La curcumina della curcuma ha dimostrato, in migliaia di studi, di agire contemporaneamente come antinfiammatorio e antiossidante, aiutando così il corpo anche a neutralizzare l’eccesso di radicali liberi provocato dall’infiammazione silente.

In più la sua azione antinfiammatoria è preziosissima perché si esprime in molteplici azioni, con un’attività multitasking. (2)

Immagina cioè la curcumina come una task force, un reparto speciale di difensori della tua salute che intervengono su vari obiettivi contemporaneamente.

In questo modo “possono sopprimere lo stato che favorisce l’infiammazione e che è coinvolto nell’invecchiamento e nel sorgere di malattie ad esso collegate” (1)

Ma ancora una volta la curcumina si dimostra un reparto speciale “dalle armi spuntate” che sparano a salve se non si risolve il suo grosso problema della scarsa biodisponibilità.

La curcumina infatti viene pochissimo assorbita e per di più è velocemente eliminata dal tuo organismo.

È come dire che la curcumina è sì una squadra molto efficiente di difensori della tua salute, ma tu devi riuscire  prima a farli infiltrare nel tuo  organismo e lasciarceli per un po’ di tempo. Solo così possono svolgere la loro azione difensiva.

Devi insomma riuscire a “paracadutarli” nella zona di guerra.

Allora potranno intervenire con successo contro l’infiammazione che mette a ferro e fuoco il tuo organismo e potranno neutralizzare l’invasione barbara dei radicali liberi.

Soprattutto se vuoi far arrivare la curcumina anche in un punto nevralgico e molto importante del tuo corpo: il cervello.

Ecco perché proprio dei neuroscienziati hanno aiutato e supervisionato la creazione di un sistema naturale di potenziamento della curcumina. Hanno trovato cioè una speciale miscela naturale in grado di inglobare la curcumina, trasportarla nel tuo organismo, farla arrivare anche fino al cervello, e lasciarle il tempo di agire. (3)(4)

Una curcumina così, diventa infatti una task force che riesce a concentrarsi nel tuo corpo 285 volte meglio di quando non è potenzata.

Inoltre, in questo modo, riesce a rimanere sul campo di battaglia molte ore rispetto ai pochi minuti di quando è usata nella semplice polvere di curcuma.

Questa curcumina potenziata dai neuroscienziati americani, in grado di aumentare così bene il suo assorbimento e la sua durata nell’organismo, la trovi cliccando questo link:https://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva/


(1) E Sikora et al. Curcumin, inflammation, ageing and age-related diseases Immun Ageing. 2010;7:1.
(2) Ajaikumar B Kunnumakkara et al. Curcumin, the golden nutraceutical: multitargeting for multiple chronic diseases British Journal of Pharmacology (2017) 174 1325–1348
(3) Gota VS, Maru GB, Soni TG, Gandhi TR, Kochar N, Agarwal MG. Safety and pharmacokinetics of a solid lipid curcumin particle formulation in osteosarcoma patients and healthy volunteers. J Agric Food Chem. 2010 Feb 24;58(4):2095-9
(4) Cox KH, Pipingas A, Scholey AB. Investigation of the effects of solid lipid curcumin on cognition and mood in a healthy older population. J Psychopharmacol. 2014 Oct 2
Ecco quando le informazioni sui rimedi naturali diventano una fitta nebbia per disorientarti e mirare solo al tuo portafoglio, fregandosene della tua salute

Ecco quando le informazioni sui rimedi naturali diventano una fitta nebbia per disorientarti e mirare solo al tuo portafoglio, fregandosene della tua salute

Faccio subito un esempio pratico sui rimedi naturali.

Supponiamo che tu abbia appena letto una valanga di informazioni molto allettanti sul Ginseng.

E ti ha colpito molto quanto questa pianta possa darti la carica e proteggerti dallo stress.

Tu non vedi l’ora di sentirti una persona più tonica e di “rimetterti in pista” perciò scorri un altro po’ di informazioni e poi…sì, hai proprio deciso.

Lo compri.

Guardi un po’ online qualche prodotto e qui cominciano subito i problemi.

Trovi infatti un esercito di marche in scatole e barattoli che ti fanno l’occhiolino, ti attirano con prezzi scontati e offerte all’apparenza irrinunciabili.

Non solo, ad una prima occhiata hai notato anche che i prezzi oscillano incredibilmente tra i 4 e i 40 €.

Pensavi magari di rimanere in una fascia di prezzo intermedio per non spendere troppo, ma nemmeno comprare della robaccia fatta in uno scantinato…Solo che la differenza di costi è troppa!

Com’è possibile questa variabilità di prezzi tra rimedi naturali con la stessa pianta?

Controlli gli ingredienti e in tutti i prodotti c’è effettivamente del Panax ginseng, sia in quello da 4 che in quello da 40€. Che fare?

La stessa situazione ti si ripresenta uguale con moltissime altre piante officinali.

Dov’è il trucco?

Il problema nasce dall’informazione scadente e imprecisa che leggi in giro sui rimedi naturali e che genera questa estrema variabilità di prodotti.

Adesso mi spiego.

Quando si tratta di mostrare tutti i magnifici benefici che i rimedi naturali sembrerebbero portare alla tua salute, sono tutti bravi ad elencarli, magari aggiungendoci immagini ad effetto per rendere tutto più allettante.

Ti espongono una breve descrizione della pianta, delle sue origini, mescolando un po’ di storia con qualche leggenda ad essa legata.

Fanno a gara a spiegarti che:

“Fin dall’antichità…

”…addirittura gli antichi cinesi…”

“…ma anche nella Grecia classica…”

“…i nostri nonni poi…”

e giù una serie di lodi sperticate all’antica medicina, alla natura che ci cura ecc.

Qualcuno poi, giustamente, sottolinea come la scienza moderna (fitoterapia) abbia prodotto studi scientifici sui rimedi naturali che dimostrano questo e quello…

Fin qua tutto abbastanza bene.

Dov’è invece che l’informazione si incaglia come una nave sui bassi fondali di un mare nebbioso?

Dov’è che tace o glissa con nonchalance rimanendo sul vago e sull’indeterminato?

Quando si tratta di specificare quali sono i principi attivi dei rimedi naturali e soprattutto in che quantità vanno prese.

Gli studi scientifici riportano delle quantità ben precise quando dimostrano risultati positivi sulla nostra salute.

Per il ginseng ad esempio, quali sostanze naturali devono essere presenti e in che quantità per poter godere di quei benefici di cui parlano gli studi?

Devono esserci i ginsenosidi e in quantità che vanno tra i 40 e i 120mg.

Questo dicono gli studi scientifici.

Qualche sito sui rimedi naturali o qualche rivista coraggiosa, timidamente ti accenna ai ginsenosidi, come principi attivi del ginseng.

E riguardo la quantità?

Silenzio, deserto, nebbia!

Tanto si affollano le informazioni sulle proprietà benefiche del ginseng, tanto si dileguano quando si tratta di dire quanto prenderne.

Oppure si rimane sul vago.

È questa la nebbia che staziona perenne sull’informazione erboristica e che ti impedisce di conoscere le quantità che ti danno la possibilità di godere dei benefici dei rimedi naturali.

Il concetto di quantità efficace non è un’invenzione moderna delle aziende farmaceutiche o di integratori.

È un concetto che risale ancora a Paracelso (1500), uno dei padri della medicina.

Come mai quando si tratta di dire quanto prenderne spariscono tutti?

Come mai su questa informazione c’è sempre una nebbia fittissima?

“Lo sapranno quelli che lo producono”, potresti pensare, basta seguire le dosi indicate sulla confezione.

Già, ma anche le dosi cambiano da prodotto a prodotto. E se guardi bene, rimanendo sul ginseng, non tutti dichiarano la presenza dei ginsenosidi, puoi figurarti se ci sono le quantità giuste.

Devi sapere che per legge gli integratori hanno l’obbligo di inserire ovviamente l’ingrediente indicato, ma non di mettere i dosaggi che hanno funzionato negli studi scientifici.

Così, più l’informazione rimane sul vago e tace questo “dettaglio” delle quantità usate negli studi scientifici, più le aziende possono variare i loro prodotti, introdurre o meno i principi attivi e inserire o meno le quantità suggerite dagli studi scientifici.

Sembra quasi che il silenzio su questo “dettaglio” dei rimedi naturali sia un po’ sospetto.

Vale a dire che pare quasi creato ad arte per far sì che ci guadagnino un po’ tutti. Tanto è un settore che tira, c’è spazio per tutti! Anche per chi fa prodotti solo per prosciugare il tuo portafoglio, fregandosene che facciano qualcosa o meno alla tua salute.

Magari hai una farmacista o un’erborista di fiducia, e allora sei fortunato. Basta però che sia veramente di fiducia ed esperta. Non di quelli che ti vendono il prodotto dove hanno più margine di guadagno, indipendentemente dalla bontà del prodotto stesso.

Un aiuto in più per diradare questa nebbia nell’informazione dei rimedi naturali, lo trovi sicuramente col Report che ti regaliamo in questo sito.

Perché per molte piante esso ti fornisce proprio queste notizie fondamentali sulle quantità corrette da utilizzare.

Non è tutto.

I nostri rimedi naturali biopotenziati che trovi qui https://www.bioeleva.it non solo hanno ingredienti naturali potenziati per poter offrire il massimo dell’azione.

Ma sono attenti anche ai dosaggi che si sono rivelati benefici negli studi scientifici sull’uomo.

Anzi, te ne danno anche di più, per essere sicuri che tu possa godere di tutta la potenza del rimedio anche se hai un peso corporeo importante.

I prodotti biopotenziati, per essere tali, devono avere ingredienti potenziati in maniera naturale, ma anche i dosaggi indicati dagli studi scientifici come utili per la salute.

La curcumina, il principio attivo della curcuma, è una sostanza ingannatrice e inefficace? Siamo tutti vittima di un complotto mondiale da parte della “setta della curcuma”?

La curcumina, il principio attivo della curcuma, è una sostanza ingannatrice e inefficace? Siamo tutti vittima di un complotto mondiale da parte della “setta della curcuma”?

La notizia è una di quelle da far tremare e barcollare il mondo della fitoterapia e dei rimedi naturali, come un pugile dopo un colpo in pieno volto.

L’annuncio proviene da uno studio scientifico di Kathryn Nelson e colleghi (1) e lo scoop rimbalza poi su alcuni giornali.

La curcumina, il principio attivo della curcuma, sarebbe una delle sostanze naturali più ingannevoli e truffatrici mai viste.

La curcumina, cioè, sarebbe una degna compare di Wanna Marchi e del mago Do Nascimento, in grado di truffare milioni di persone con la sua falsa attività benefica e salutare.

Infatti in realtà “fingerebbe” di funzionare e non farebbe altro che ingannare studiosi, scienziati e consumatori.

Anzi, lo studio ammonisce proprio i ricercatori scientifici a smetterla di scialacquare tempo e soldi dietro a questo inutile farabutto chiamato curcumina.

Una notizia bomba!

Cosa succede? E tutti quegli scienziati e ricercatori che parlano bene della curcumina? C’è sempre stato un misterioso complotto della “setta segreta della curcuma” che ha manipolato le menti di migliaia di ricercatori per far bere loro la balla colossale dell’efficacia della curcumina?

Ma davvero?

Senonché, ci pensi un attimo e già cominciano a non tornare certi conti. Vediamoli.

Cominciamo da un primo dato lampante.

È davvero sufficiente uno studio solo sulla curcumina per smontare migliaia di altri studi?

In un baleno, un solo studio scientifico sgretolerebbe i risultati di migliaia di scienziati che per anni hanno scritto studi su studi sui benefici della curcuma e della curcumina?.

Eppure in poche pagine Nelson e colleghi hanno ridicolizzato centinaia di libri di fitoterapia, decine di studi clinici positivi e migliaia di testimonianze di persone che hanno goduto i vantaggi della curcumina, a partire dall’India per spaziare poi in tutto il mondo.

Com’è possibile che migliaia di studiosi siano così “pirla” da correre dietro alla curcumina ingannatrice, col prosciutto sugli occhi e il cervello così confuso da vedere solo falsi risultati?

Leggendo con attenzione questo studio-scoop di Nelson, si scoprono presto delle affermazioni assolutamente false che smascherano l’inattendibilità di molte cose dette in questo lavoro.

La più assurda di queste falsità è l’aver affermato che non ci sono studi clinici molto rigorosi (quelli che chiamano “studi in doppio cieco verso placebo”) in cui la curcumina ha avuto successo.

Qual è invece la verità che tutti possono verificare andando nella banca dati on line degli studi scientifici (PubMed)?

La verità è che in letteratura scientifica ci sono quasi 10.000 studi pubblicati sulla curcumina.

E più di 80 di questi studi sono proprio quelli cosiddetti molto rigorosi (cioè in doppio cieco verso placebo)

E…

con effetti positivi!

Sì, hai capito bene, più di 80 studi clinici rigorosi in cui la curcumina ha avuto successo! 

La maggior parte di essi sono stati effettuati con una curcuma potenziata. E poi capirai perchè.

Inoltre, a fronte delle deliranti affermazioni di Nelson e compagni, ce ne sono altre di studiosi, medici e ricercatori, che smentiscono, contrastano e sbugiardano il presunto scoop della curcumina inefficace.

Eccone un piccolo assaggio:

“Finora oltre 100 studi clinici [cioè su persone] sono stati completati con la curcumina, che mostra chiaramente la sua sicurezza, tollerabilità e la sua efficacia contro varie malattie croniche nell’uomo” – Kunnumakkara AB e colleghi sul British Journal of Pharmacology 2016

“Concludiamo che ci sono elementi di prova secondo cui la somministrazione di curcumina riduce i sintomi depressivi in pazienti con depressione grave” – Al-Karawi D. e colleghi sul Research 2016

“In conclusione la curcumina ha dimostrato di essere efficace come terapia adiuvante per il trattamento della psoriasis vulgaris e per ridurre significativamente i livelli nel sangue di IL-22 [una molecola prodotta dal nostro organismo e legata alla nascita e allo sviluppo della psoriasi] – Antiga E. e colleghi su Research International 2015

“I curuminoidi [cioè curcumina e sostanze simili della curcuma] sono risultati sicuri e ben tollerati durante lo studio. Una terapia aggiuntiva a breve termine con curcuminoidi può sopprimere l’infiammazione sistemica in pazienti con complicazioni polmonari croniche dovute ad intossicazione da gas mostarda – Panahi Y e colleghi su Drug Research 2015

“I risultati di queste 8 settimane di studio randomizzato in pazienti con artrite reumatoide attiva forniscono la prova che la curcumina è sicura ed ha efficacia significativa nel migliorare i punteggi DAS e ACR [riguardano la gravità della malattia] in pazienti con artrite reumatoide lieve o moderata, quando viene data da sola o con il diclofenac” – Chandran B e colleghi su Phytotherapy Research 2012

“Questo studio fornisce la prima prova clinica che la curcumina potrebbe essere usata come una efficace e sicura modalità di trattamento per pazienti con disordini depressivi gravi senza intenzioni suicide o altro disordini psicotici” – Sanmukhani J e colleghi su Phytotherapy Research 2013

E via dicendo.

Si potrebbero scrivere pagine di risultati positivi e di affermazioni favorevoli alla curcumina da parte di ricercatori in tutto il mondo.

Che cosa è successo quindi?

Come mai questo assurdo studio di Nelson che tratta la curcumina come uno dei peggiori imbroglioni ricercati dal FBI, contro centinaia se non migliaia di evidenze scientifiche che dicono il contrario?

Non può essere il frutto di una grave confusione mentale dei suoi autori dopo un rave party.

In realtà la prima parte dello studio, più tecnica e incomprensibile, se uno non è un ricercatore chimico, sottolinea alcune verità importanti e reali, anche se dopo hanno portato fuori strada gli autori.

Vale a dire che Nelson e compagni, prima di partire per la tangente con affermazioni errate, sottolineano un aspetto ben noto nel mondo scientifico: la curcumina ha una cattiva ADME, come dicono in gergo i farmacologi.

Cioè un pessimo Assorbimento, una scarsa Distribuzione (nel nostro organismo), un cattivo Metabolismo ed una rapida Eliminazione.

Tutte caratteristiche che rendono la curcumina un difficile soggetto da studiare, ma anche da far agire nel nostro corpo.

Ed è vero.

Puoi immaginare quanto poco funziona se è presa nella semplice polvere di curcuma dove al massimo arriva ad essercene un 5% e con pochissima voglia di essere digerita dal tuo corpo.

Per questo da tempo gli studiosi sanno che occorre potenziare la curcuma perché aumenti l’assorbimento della curcumina ma anche la durata della sua vita nel nostro corpo. Altrimenti non riusciamo a godere di tutte le proprietà benefiche della curcumina .

Altrimenti hanno ragione Nelson e compari che infatti non prendono in considerazione tutti i risultati positivi ottenuti con curcume potenziate.

Ti ricordi cosa ho scritto sopra?

Ci sono più di 80 studi clinici condotti in modo rigoroso che danno risultati positivi sull’attività benefica della curcumina. E la maggior parte sono con curcuma potenziata! Perché altrimenti dovresti assumerne molto concentrata, a secchi, e col rischio che risulti indigesta.  Per di più, in quest’ultimo modo, c’è sempre il problema poi che viene rapidamente eliminata dal nostro organismo con forte riduzione della sua attività.

Solo una curcuma potenziata può superare le difficoltà di assorbimento e durata in circolo della curcumina facendo liberare tutto il suo potenziale benefico per la tua salute.

Come la curcuma potenziata sviluppata in collaborazione con l’università UCLA della California.

Questa curcuma è in grado infatti di far assorbire 65 volte meglio la curcumina e farla durare nel nostro corpo molto più a lungo.

Ed è l’ingrediente del rimedio naturale biopotenziato che trovi cliccando qui di seguito: https://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva

Guarda caso i risultati di questa curcuma sono verificati anche con studi rigorosi in doppio cieco verso placebo e che trovi anche commentati in questo blog.

Alla faccia di Nelson e del suo falso scoop.


(1) Kathryn M. Nelson et al. The Essential Medicinal Chemistry of Curcumin J Med Chem 60(5):1620–1637
Ecco perchè un famoso cardiologo americano consiglia un particolare betaglucano potenziato, per rinforzare il tuo sistema immunitario e aiutarti ad ammalarti di meno.

Ecco perchè un famoso cardiologo americano consiglia un particolare betaglucano potenziato, per rinforzare il tuo sistema immunitario e aiutarti ad ammalarti di meno.

Si chiama Dr. Stephen Sinatra ed è un cardiologo molto conosciuto in America.

Ha lavorato per molti anni nella struttura ospedaliera del Manchester Memorial Hospital dove è stato anche primario di cardiologia.

Il suo curriculum è ricco di altri ruoli importanti in quell’ospedale.

È stato anche direttore della scuola di medicina, direttore dell’ecocardiografia, della riabilitazione cardiaca e del programma di riduzione del peso.

È stato anche il fondatore del New England Heart Center.

Ma uno degli aspetti più interessanti di questo luminare è il suo approccio ai pazienti.

Egli adotta un metodo multidisciplinare che combina trattamenti terapeutici convenzionali con integratori naturali e terapie psicologiche.

Insomma, sembra proprio uno di quei medici dalle profonde conoscenze, dalla lunga esperienza e dalle ampie vedute. Uno di quelli a cui ti rivolgeresti volentieri per te o per qualche tuo familiare.

Qualche anno fa il dott. Sinatra ha scritto un articolo parlando di “Potenti attivatori del sistema immunitario”. (1)

E cominciava così:

Non riesco a pensare a niente che dia benefici all’intero corpo più di un forte e resistente sistema immunitario. È fondamentale per godere di buona salute. Ecco perché ho speso anni nel cercare e raccomandare nutrienti che supportino il sistema immunitario. Finora, i più efficaci che ho trovato, sono i betaglucani”

Per prima cosa, quindi, il dott. Sinatra introduce l’importanza di queste sostanze, per molti semisconosciute, eppure tanto utili per la salute di tutti noi. I betaglucani in questione sono delle sostanze naturali fondamentali presenti nei funghi medicinali e nei lieviti.

A questo punto, però, potresti anche chiederti: come mai non si sente parlare molto di questi betaglucani? Non è che siamo in presenza di un’americanata architettata per raggirare gente credulona?

Innanzitutto, se così fosse, un medico del calibro del dott. Sinatra non ci avrebbe messo la faccia.

In secondo luogo c’è un fatto incontestabile.

In ambito scientifico i betaglucani sono bene conosciuti, e pure da un po’!

Tra gli “addetti ai lavori” si sa da diversi anni che i betaglucani sono in grado di regolare la risposta immunitaria.

È dagli anni ’80 che si è cominciato a capire l’importanza che detiene la dimensione e la struttura dei betaglucani nello stimolare il sistema immunitario. E con gli anni sono stati parecchi gli studi che mostrano la loro capacità di modulare il sistema immunitario e garantire protezione contro un insieme di patogeni.

Perciò, chissà mai cosa ha frenato una maggior divulgazione in Italia di queste preziose notizie che da decenni sono presenti in letteratura scientifica!

Si sente parlare poco dei betaglucani solo per un  insanabile difetto di informazione scientifica in Italia?

O forse perché scomodi concorrenti di altri prodotti?

Non lo saprei dire.

Intanto proseguo con le altre impressioni  che il dott. Stephen Sinatra ha affidato al suo articolo. (Lo puoi trovare facilmente in lingua originale sul sito internet del medico.)

Dopo aver introdotto così rapidamente i betaglucani, il cardiologo americano prosegue parlando con entusiasmo di un particolare betaglucano potenziato “che funziona come modulatore, vale a dire che ti dà una costante protezione quotidiana, piuttosto che altri integratori come l’echinacea che prendi solamente per cercare di sconfiggere qualche malanno [che già hai].”

Secondo Sinatra questo betaglucano potenziato “allena effettivamente il tuo sistema immunitario ad essere forte e con maggiori capacità di recupero”

“Esso si presenta con lunghe catene ramificate. Puoi pensarlo come un alto albero con lunghi rami che vanno in tutte le direzioni, facendo un ottimo lavoro nello stimolare i siti recettoriali dei tuoi macrofagi (che sono un tipo di globuli bianchi del tuo sistema immunitario)

“Altre forma di betaglucano non hanno ramificazioni (perciò sono come un piccolo ramoscello) oppure, se hanno ramificazioni, sono estremamente corte, perciò il loro raggio d’azione è limitato.

Il betaglucano potenziato di cui parla il cardiologo americano è estratto con un procedimento speciale dal lievito di birra.

Quindi, fermiamoci un attimo.

Se il betaglucano del lievito di birra è così potente, basta assumere un po’ di questo lievito e il gioco è fatto.

In realtà, nel lievito di birra così com’è, questi betaglucani si trovano immersi nella parete cellulare e sono mescolati ad altre sostanze che li intralciano e li ostacolano nella loro azione di sostegno al tuo sistema immunitario.

Occorreva escogitare un processo particolare per estrarli, purificarli il meglio possibile, ma sempre mantenendo inalterata la loro struttura ramificata così preziosa per la tua salute.

Questa era la difficile sfida dei ricercatori, ma solo in questo modo potevano ottenere  realmente dei betaglucani potenziati nell’azione.

Ed è quello che sono riusciti a fare alcuni scienziati proprio con un betaglucano estratto dal lievito di birra, dopo aver speso più di 300 milioni di dollari di ricerca.

In questo modo hanno suscitato l’apprezzamento del dott. Sinatra che scrive ancora:

“Questo betaglucano potenziato che raccomando, passa attraverso uno speciale processo brevettato che rimuove tutte le altre parti della cellula di lievito (come grassi e proteine) e lascia un betaglucano puro al 75% (altri betaglucani sono puri al 3% o al 20%). Il suo grado di purezza lo rende anche molto più digeribile per il tuo stomaco

E il cardiologo americano conclude poi il suo articolo dicendosi sicuro che questo betaglucano potenziato “…aiuterà molte persone. Ti suggerisco di aggiungerlo alla tua routine.”

Ad essere ancor più precisi, in realtà, non basta semplicemente “aggiungerlo”.

Hai bisogno per lo meno di averlo al dosaggio utilizzato nella maggior parte degli studi che hanno mostrato una sua effettiva azione di supporto al sistema immunitario.

E questo dosaggio è di 250mg al giorno.

Nel rimedio naturale biopotenziato che trovi qui https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva/

la quantità del betaglucano potenziato è addirittura di 300mg per ogni compressa.

Perché così, una sola somministrazione al giorno, copre anche quelle persone che hanno un peso importante: fino a 120 kg almeno.

Se vuoi seguire anche tu il consiglio del dott. Sinatra, puoi acquistare con comodità questo betaglucano potenziato su questo sito:

https://www.bioeleva.it/prodotto/immunoeleva


(1) Articolo originale del dott. Sinatra: WGP Beta Glucans-Powerful Immune Boosters
Ecco come il pericoloso Paese dei Balocchi dei rimedi naturali vorrebbe trasformarti in un ciuchino e venderti di tutto

Ecco come il pericoloso Paese dei Balocchi dei rimedi naturali vorrebbe trasformarti in un ciuchino e venderti di tutto

Sfoglio lentamente una delle tante riviste che puoi trovare in edicola, dedicate ai rimedi naturali.

La sensazione è quella di entrare in un giardino incantato.

Esclamazioni piene di entusiasmo e promesse rassicuranti invadono i titoli delle pagine.

Passando da un articolo all’altro scopro come “evitare le varici”, “risolvere i reumatismi”, “sciogliere le contratture”, “fortificare le arterie”, “sfiammare tutte le mucose”, fino ad arrivare a “ripulire il sangue” e ad usare un trattamento che addirittura “è meglio degli antibiotici.”

Se poi mi addentro in rubriche più specifiche, trovo anche “gli infallibili rimedi della tradizione…” o “…come guadagnare 10 anni di vita…”

E sotto ogni promessa c’è una pianta, un fiore, un estratto miracoloso.

Gli articoli sono ricchi di dettagli, di foto, di disegni pastello, caldi e invitanti.

Di ogni pianta è tutto bello, tutto utile e ne basta poco: “solo qualche goccia di olio essenziale”, “due o tre foglie in acqua calda”, “una compressina di estratto secco…”

Ti è mai successo di sfogliare riviste così? O leggere articoli on line dal tono sognante e pieni zeppi di promesse allettanti?

La sensazione può anche essere piacevole, ci si sente quasi accarezzati dai petali di alcuni fiori e sfiorati dalle fronde di certi alberi.

Eppure è tutto troppo festoso, promettente, gioioso e rassicurante. Tutto troppo bello. 

Non è solo questione di una certa mia diffidenza all’italiana che teme l’imbroglio dietro a cose così luccicanti e splendenti.

Il problema è che sembra proprio il Paese dei Balocchi dei rimedi naturali.

“Questo paese non somigliava a nessun altro paese del mondo… Nelle strade, un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello!“ -Pinocchio. 

Anche qui, in questa rivista, è tutta una festa! C’è una distesa allegra di piante che ti urlano gioiose quanto bene ti fanno!

Queste erbe non hanno un’ombra, un problema, un’incertezza, neanche a cercarla.

Vale a dire che i loro benefici sono descritti come infallibili e sicuri. I vantaggi sono sempre certi e inequivocabili. Anche se le quantità da assumere sono spesso imprecise: prendi 2-3 manciate…qualche foglia…3 capsule (senza dire da quanto)…

Tutto molto poetico, ma penso che anche tu, come me, vorresti ricavare qualcosa di utile per la tua salute dalla lettura di certi articoli sui rimedi naturali. E non solamente belle sensazioni.

Allora leggo, ad esempio, che l’olio essenziale di arancio ha un effetto calmante contro i disturbi nervosi e l’insonnia. E giù tutta una serie di vantaggi senza precisare altro.

Tutto molto rassicurante, interessante e…impreciso. Roba da paese dei balocchi.

Nella realtà, invece, dovresti anche poter leggere: bisogna vedere da dove è stato estratto l’olio essenziale. Perché l’attività ansiolitica è stata dimostrata per quello ricavato da foglie e fiori. Mentre addirittura si è visto che l’olio estratto dalla scorza del frutto ancora acerbo, può essere ricco di sinefrina, una sostanza cardio e neurostimolante. Tutt’altro che sedativa!

E questo è solo un esempio.

Che succede dunque?

Succede che il giardino dorato e incantato è un’illusione, come lo era il paese dei balocchi. Mentre là la festa tutto l’anno non era reale, qui, tutte queste piante che sprizzano benefici e vantaggi alla salute sono sommerse da esagerazioni belle e buone o imprecisioni enormi.

Infatti spesso alcuni vantaggi, nella realtà, sono deboli oppure non sono ben dimostrati e verificati dalla scienza. Anche quelli che magari vengono tramandati da lunghi periodi di tradizione.

Ma è così importante il riscontro scientifico? Non basta la tradizione popolare coi suoi anni e anni di utilizzo?

La tradizione va presa in considerazione, e molto. Ma va controllata e verificata da un punto di vista scientifico: per confermare certi benefici, aggiustare un po’ il tiro su altri, o scoprire invece che alcuni proprio non ci sono. Anzi.

Come è capitato col Camedrio. Si usava come dimagrante e depurativo, ma dopo il controllo e il vaglio scientifico, si è dimostrato invece un vero e proprio veleno per il fegato.

Così come sono state trovate sostanze tossiche nella Borragine, Consolida e Farfara.

In fondo è di questo che bisognerebbe parlare: di sostanze presenti nelle piante, non della pianta in generale.

Infatti sono proprio certe sostanze ben precise, chiamate principi attivi, i responsabili dell’azione e del beneficio previsto per una certa pianta.

Ecco uno degli errori più grandi che oggi viene fatto coi rimedi naturali: quello di utilizzare dei prodotti a base di erbe, con quantità di principi attivi inferiori a quelle che hanno dimostrato di avere effetti benefici.

Cioè l’usare prodotti sottodosati.

Nel paese dei balocchi, però, è meglio non parlare di tutto questo.

Perché?

A chi fa comodo pubblicizzare il Paese dei balocchi dei rimedi naturali, così vago e impreciso sui principi attivi?

Come mai riceviamo questo martellamento di informazioni imprecise sui rimedi naturali?

Forse una ragione poco simpatica c’è.

Se ci convinciamo che l’importante è solo la pianta e ciò che conta è che sia scritta nel tal prodotto,  ci possono essere venduti rimedi naturali sottodosati, scadenti, poco precisi nelle quantità. Ma con più margine di guadagno per chi li produce.

Nel paese dei balocchi non conta la precisione delle informazioni e nemmeno la giusta quantità di principi attivi. L’importante è dipingere tutto di bello.

Così vengono tranquillamente venduti rimedi senza quei dosaggi testati positivamente negli studi scientifici.

Un’ultima cosa.

I principi attivi, oltre ad essere in quantità sufficienti, devono anche essere assorbiti nel nostro corpo per poter portare reali benefici. E non è sempre così scontato.

La curcuma, ad esempio, con tutte le sue sostanze, fa veramente fatica ad essere assorbita dal nostro organismo.

Non basta dire: ne prendo un po’, per assicurarsi la sua azione benfica.

Ma soprattutto occorre fare riferimento alla curcumina, come suo principio attivo fondamentale.

Inoltre la curcumina deve essere assorbita in quantità sufficienti, (e così com’è non ce la fa). E rimanere abbastanza tempo nell’organismo per agire.

Ecco perché, proprio riguardo la curcuma, è meglio non accontentarsi di usare un prodotto da Paese dei balocchi, dove magari c’è scritto solo il nome della pianta. O dove la curcumina è poco assorbibile o rimane pochissimo nell’organismo.

Per questo noi abbiamo adottato un sistema naturale di potenziamento dell’assorbimento e della biodisponibilità della curcumina per formulare un prodotto adeguato.

Proprio per poter far arrivare la curcumina in quantità sufficienti in quei punti del corpo dove agisce in maniera salutare. Come si è visto dagli studi effettuati sull’uomo, con dosaggi adeguati.

E così è nato il  prodotto che puoi vedere qua https://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva/

Senza le illusioni del Paese dei Balocchi.

Curcuma e cervello: ecco il segreto per scatenare una pioggia di effetti neuroprotettivi da parte di questa pianta.

Curcuma e cervello: ecco il segreto per scatenare una pioggia di effetti neuroprotettivi da parte di questa pianta.

È stata una delle ultime novità sulla curcuma.

Improvvisamente, qualche anno fa, si è cominciato a parlare di benefici al cervello, neuroprotezione, sostegno delle funzioni cognitive…addirittura un aiuto per l’Alzheimer!

Subito è scoppiata una grande euforia, amplificata dai cacciatori senza scrupoli di scoop sui rimedi naturali, che hanno fatto rimbalzare queste novità, senza i dovuti approfondimenti.

In men che non si dica, infatti, diverse riviste e siti internet si sono buttati a corpo morto sulle notizie degli effetti benefici al cervello da parte della curcuma.

E le hanno maneggiate con la delicatezza di un rinoceronte e con la stessa competenza che un bambino ha di meccanica quantistica.

Hanno cioè stravolto tutto il discorso e non hanno colto la vera scoperta:

si può far arrivare una cascata di benefici da parte della curcuma fino al cervello, MA SOLO se si utilizza una trovata ingegnosa che supera il grosso limite della curcuma.

Quale limite? Quale trovata ingegnosa?

Te ne parlerò tra poco, ma prima andiamo con ordine.

Ecco gli obiettivi da raggiungere per prenderti cura del tuo cervello

Grazie alle odierne conoscenze sulle malattie neurodegenerative, gli scienziati hanno individuato 3 obiettivi da centrare per proteggere la salute del cervello nell’invecchiamento. E per fornire un’efficace neuroprotezione.

E sono:

  1. riduzione del danno provocato dai radicali liberi;
  2. riduzione dell’infiammazione dovuta a predisposizione genetica o stress correlato all’età;
  3. regolazione degli accumuli di proteine e lipidi (grassi) come conseguenza dell’invecchiamento, dei radicali liberi e dell’infiammazione.

E la curcuma in che modo può centrare questi obiettivi?

Prendiamo in considerazione il suo principio più attivo: la curcumina. E vediamo come si comporta in relazione ai 3 punti:

  1. la curcumina è un potente antiossidante: contrasta molto bene i radicali liberi, circa 300 volte meglio della vitamina E;
  2. la curcumina funziona molto bene contro l’infiammazione agendo contemporaneamente su più livelli (Vedi questo articolo);
  3. anche a basse concentrazioni la curcumina sembra contrastare e disgregare l’accumulo di proteine beta amiloidi: esse sono un indicatore dell’invecchiamento del cervello e sono legate alla malattia dell’Alzheimer.

Proprio l’ultimo punto, il n. 3, sarebbe una scoperta recente, dovuta a diversi studi che indagano gli effetti della curcuma sul cervello. Il tutto grazie proprio alla curcumina, che avrebbe dimostrato addirittura benefici antidepressivi.

Queste notizie sono finite velocemente in pasto ai mass-media. Ecco alcuni titoli:

“Curcuma, la tua alleata per avere neuroni sempre giovani” 

“Cervello protetto con le proprietà della curcuma” 

“Curcuma, nuovo alleato contro l’Alzheimer!”

 E poi l’immancabile articolo che termina quasi sempre con i consigli su come ottenere pietanze succulente a base di curcuma. O come prepararsi beveroni giallognoli che ti assicurerebbero tutti i benefici, anche cerebrali, della curcuma.

È veramente così?

 Non proprio. Si sono dimenticati di raccontarti una cosa, la più importante di tutte: c’è un enorme inghippo che riguarda l’ambito curcuma e cervello!

Ecco il grosso limite della curcumina che sembra oscurare tutti i suoi benefici neuroprotettivi

Non ci sono solo belle notizie su curcuma e cervello.

È vero che centinaia di studi che parlano degli effetti neuroprotettivi della curcumina sono presenti in letteratura scientifica.

Ma sono stati quasi tutti effettuati su animali o in colture cellulari (in provetta) e in dosi di curcumina impossibili per un uso umano.

Inoltre esistono studi sull’uomo (vd. ad es. Baum e al. 2008; Ringman et al. 2012) dove la curcuma non ha dato benefici cognitivi. (Era studiata su malati di Alzheimer)

Ma allora la curcuma funziona o no sul cervello?

Ancora una volta entra in campo un grosso limite della curcumina, di cui parlano ormai tutti gli studiosi: lo scarso assorbimento.

La maggior parte della curcumina che mangi, infatti, non viene assimilata e non entra nel sangue.

Ma lo scarso assorbimento non è l’unico motivo per cui non se ne trova granché in circolo una volta mangiata.

Infatti il vero grosso problema è che assumendo curcuma, anche ad alte concentrazioni di curcumina, anche dall’assorbimento potenziato, si continua a trovare pochissima curcumina “libera” nel sangue.

E cosa sarebbe questa curcumina “libera”?

È la curcumina che rimane inalterata, senza trasformazioni chimiche da parte di enzimi che la modificano.

Infatti, anche aumentando la quantità di circumina assimilata, essa viene quasi tutta trasformata in suoi derivati (detti glucoronati o solfonati) facilmente e rapidamente eliminati.

E che tra l’altro faticano tantissimo ad arrivare al cervello.

Invece è proprio la curcumina “libera”, cioè non trasformata, che può giungere facilmente nella zona cerebrale e agire portando tutti i suoi benefici.

A questo punto i vantaggi evidenti della curcuma al cervello, sembrano limitati solo ai test sugli animali o agli esperimenti in provette su colture cellulari.

Altro che curcuma alleata del tuo cervello!

La trovata ingegnosa per scatenare gli effetti positivi della curcuma sul cervello

Alcuni studiosi dell’Università della California, però, non si sono arresi e, dopo qualche centinaia di tentativi andati a vuoto, sono riusciti ad escogitare una nuova tecnologia naturale per ottenere abbastanza curcumina libera nel sangue.

È una speciale miscela naturale in grado di potenziare la curcuma.

Essa ricopre e protegge le particelle di curcumina, permettendole di arrivare “libera” nel sangue in quantità sufficienti da agire bene anche nel cervello.

Perfino utilizzando basse quantità di curcumina.

Nello studio di Di Silvestro (1) i soggetti che hanno assunto per 30 giorni questa speciale curcuma potenziata, hanno avuto infatti una significativa riduzione delle proteine beta amiloidi (-8%), quelle che, ricordo, sono collegate all’invecchiamento del cervello e, soprattutto, all’Alzheimer.

Una cascata di effetti positivi con la curcuma potenziata dai neuroscienziati dell’Università della California

In maniera piacevolmente sorprendente, l’effetto sulle proteine beta amiloidi non è stato l’unico beneficio della curcumina “libera.”

L’essere riusciti a far arrivare la curcumina “libera” in quantità sufficienti nel sangue, ha portato ad avere una cascata di effetti positivi già dopo 30 giorni.

Tutti documentati da analisi di laboratorio.

Vale a dire:

  • -14% di trigliceridi (strettamente collegati con i livelli di proteina beta amiloide)
  • -11% di proteina C reattiva: un segnale dell’infiammazione
  • +37% di ossido d’azoto (NO) molecola collegata ad un miglioramento della pressione sanguigna
  • -14% di sICAM-1: una molecola legata all’aterosclerosi
  • -54%  di amilasi salivare legata allo stress e all’ansietà
  • +72% di catalasi: un enzima antiossidante che contrasta i radicali liberi

Insomma una vera e propria pioggia di effetti neuroprotettivi.

L’altro aspetto interessante è che i soggetti di questo studio erano tutte persone sane.

Perciò sono risultati che suggeriscono veramente la possibilità di intervenire di fatto nel sostenere e proteggere la salute, anche del cervello, prima che si scatenino le malattie.

Infatti un altro studio condotto con questa curcuma potenziata su soggetti sani (di cui abbiamo parlato in questo articolo) ha dimostrato un miglioramento delle funzioni cognitive con aumento di:

  • memoria di lavoro;
  • concentrazione;
  • forza generale e calma

La semplice polvere di curcuma alimentare non riesce ad ottenere questi risultati: contiene al massimo un 5% di curcumina, tra l’altro pochissimo assorbita e dalla scarsissima biodisponibilità.

Anche  gli estratti di curcumina concentrata o potenziata nell’assorbimento con grassi o con pepe (che tra l’altro aumenta l’assorbimento non solo della curcuma ma anche di tossine o altre sostanze nocive presenti nell’intestino) non riescono ad aumentare in modo utile la concentrazione di curcumina “libera” nel sangue.

Finora solo quella curcuma potenziata grazie all’ingegno e alla tecnologia naturale, messa a punto da neuroscienziati dell’Università della California, è riuscita ad avere questi risultati su persone sane.

Una vera pioggia di effetti neuroprotettivi.

E non solo su animali o colture cellulari, ma sull’uomo.

Se vuoi avere la possibilità di godere dei benefici di questa curcuma così potenziata, la puoi avere col rimedio naturale biopotenziato che trovi qua: https://www.bioeleva.it/prodotto/vitaeleva


(1) Di Silvestro RA, Joseph E, Zhao S, Bomser J. Diverse effects of a low dose supplement of lipidated curcumin in healthy middle aged people. Nutr J. 2012 Sep 26;11:79